Annunciata per domani 11 marzo, Mobilitazione “noprofitonpandemic” in sostegno alla petizione ICE
Giornata di mobilitazione domani giovedì 11 marzo per la campagna noprofitonpandemic legata alla petizione ICE per il diritto alla cura e il vaccino come bene comune universale. La petizione Ice acronino di Iniziativa dei Cittadini Europei, in Italia ha raccolto più di 29.000 firme. Legato all’iniziativa anche l’invio di una lettera aperta in occasione della riunione del WTO inviata alle alte autorità dello Stato, nel particolare al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Presidente della camera Roberto Fico e alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. In particolare domani è prevista una attività sui canali Facebook delle organizzazioni compreso il Comitato StopTtip di Udine a partire dalle ore 17. E’ prevista la partecipazione online dei responsabili delle varie realtà aderenti con video nonchè collegamenti con eventi paralleli.
Per firmare il sostegno all’Iniziativa dei cittadini europei per il diritto alla cura e il vaccino bene comune ci si può collegare al sito https://noprofitonpandemic.eu/it/
In allegato la lettera alle autorità per la riunione del WTO dove si chiede che il governo italiano sostenga presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) la proposta di India e Sudafrica di esentare dal brevetto i prodotti utilizzati per combattere la pandemia da Covid-19 e in particolare i vaccini.
Al Presidente del Consiglio
Dott. Mario Draghi
Al Presidente della camera
On. Roberto Fico
Alla Presidente del Senato
On. Maria Elisabetta Alberti Casellati
Alla fine del secolo scorso, il monopolio della proprietà intellettuale nel trattamento per l’HIV ha ritardato di ben 10 anni la cura con la terapia antiretrovirale salvavita delle persone affette da HIV in Africa, America Latina e Asia rispetto a quelle che vivevano negli Stati Uniti, Unione Europea, Svizzera, Regno Unito e Giappone. Ciò ha portato a milioni di morti tra la fine degli anni ’90 e la metà degli anni 2000, fino a quando le barriere dei brevetti non sono state abolite e sono diventati disponibili i farmaci generici per il trattamento dell’HIV.
Evitiamo che lo stesso scenario di morte si riproduca con la pandemia da Covid-19. Tedros Adhanom, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato infatti che, a metà gennaio, 40 milioni di persone erano già state vaccinate in 49 paesi ad alto reddito, mentre nei paesi a basso reddito, solo 25 persone avevano ricevuto un’iniezione. Ancora una volta, i paesi in via di sviluppo, privi dei diritti fondamentali, come quello alla salute e alla vita, devono lottare per accedere ai vaccini e ai farmaci contro COVID-19.
Questo accade, perché le aziende farmaceutiche, nonostante abbiano ricevuto finanziamenti pubblici di vari miliardi di euro, possiedono il brevetto sul prodotto finale e quindi il pieno controllo su produzione, prezzo e distribuzione dei vaccini. Ciò permette loro di non condividere la tecnologia, mantenere la proprietà intellettuale e limitare la fornitura di vaccini efficaci, accaparrandosi la maggior parte delle enormi ricompense finanziarie.
Se questa situazione perdurerà, 9 persone su 10 nei paesi poveri e a basso reddito non potranno essere vaccinate quest’anno, perché Moderna, Pfizer/BioNTech e AstraZeneca, nel 2021 produrranno vaccini per appena l’1,5% della popolazione mondiale (People’s Vaccine Alliance, su Oxfam International). Possiamo ben dire che la proprietà intellettuale è il più grande ostacolo all’accesso equo, tempestivo e universale ai vaccini salvavita. Ma questo comporta anche che, in un mondo globalizzato, nonostante le restrizioni la pandemia si espanda sempre di più.
Ci sono però delle opzioni che permettono di superare le limitazioni del sistema dei brevetti, almeno per tutta la durata della pandemia, e che invitiamo i governi ad utilizzare. Vi chiediamo pertanto, di sostenere a livello europeo la proposta che è sul tavolo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) da diversi mesi e che chiede la sospensione temporanea del sistema dei brevetti per i prodotti Covid-19 almeno fino a quando non si sarà raggiunta l’immunità mondiale.
La proposta, presentata dall’India e dal Sudafrica all’inizio di ottobre, che non costituisce un attacco al diritto di proprietà intellettuale in quanto tale, permetterebbe a tutti i paesi del mondo di non considerare alcune delle disposizioni sulla proprietà intellettuale stabilite nell’accordo TRIPS, senza incorrere in sanzioni.
Ad oggi oltre 100 paesi hanno accolto o sostenuto la proposta, mentre quasi 400 organizzazioni della società civile in tutto il mondo e organizzazioni internazionali come l’OMS, UNAIDS, UNITAID e la Commissione africana per i diritti umani e dei popoli, esortano i governi a sostenere con urgenza la proposta di sospensione temporanea dei brevetti.
Solo un piccolo gruppo di membri dell’OMC, tra cui la Commissione europea, anziché unirsi al movimento di solidarietà globale che chiede la deroga, ha scelto finora di non sostenere l’iniziativa.
Eppure, dovrebbe essere chiaro che, se le popolazioni non sono protette, più a lungo il virus circola tra esse, più alta è la probabilità che si verifichino mutazioni più trasmissibili che colpiscono tutti i paesi, compresi quelli che si oppongono alla proposta di deroga, aumentando la complessità del controllo e prolungando la pandemia.
Di fronte alla tragedia che ha colpito il mondo è imperativo che tutti gli strumenti di prevenzione, tracciamento e monitoraggio, contenimento e trattamento siano disponibili tempestivamente. Opporsi alla proposta di India e Sudafrica all’OMC è semplicemente insostenibile e autolesionista e significa buttare un’opportunità unica per evitare una tragica ripetizione del passato. È in gioco il diritto alla salute di miliardi di persone.
Chiediamo quindi al governo italiano di sostenere la proposta ed esortiamo la Commissione europea a non ostacolare la sospensione temporanea dei brevetti.
Oltre a questa iniziativa, che riveste un carattere di urgenza per affrontare una situazione specifica, segnaliamo l’importanza che il nostro paese e l’Unione Europea evitino per il futuro che i prezzi e la fornitura dei farmaci siano subordinati alle strategie di mercato decise dalle multinazionali farmaceutiche. A questo scopo è necessaria la creazione di un’azienda pubblica, meglio se di dimensione europea, per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di farmaci, vaccini e dispositivi medici. Confidiamo che il suo governo prenda la decisione di mettere in atto questa scelta innovativa.