Appello del Sindaco Tellini: “Salviamo l’Ospedale di Palmanova. Basta chiusure di servizi. Difendere la sanità territoriale”

“La situazione del nostro ospedale è molto grave e abbiamo forti preoccupazioni sul futuro dello stesso. La pandemia ci ha trovati impreparati sotto molti aspetti, ma il settore che maggiormente ha rilevato tutta la sua fragilità è l’organizzazione della sanità. Soprattutto qui a  Palmanova le prestazioni sanitarie, i servizi ai cittadini fragili, la certezza nell’accesso alle cure, sono divenuti aspetti molto critici”.  Con queste parole Giuseppe Tellini, Sindaco di Palmanova, inizia il suo appello rivolto a tutti i cittadini, di Palmanova e non, a partecipare al Consiglio Comunale straordinario convocato sotto la Loggia di Piazza Grande a Palmanova per venerdì 12 agosto alle 20.30. Sono stati invitati a partecipare il Presidente Massimiliano Fedriga, il Vicepresidente Riccardo Riccardi, il Direttore dell’azienda ASUFC Denis Caporale, i capigruppo regionali e tutti i Sindaci. “Ad oggi sono chiusi i seguenti reparti e servizi: Punto nascita, Pronto soccorso pediatrico, RSA, Hospice, Chirurgia urgenza ortopedica, Chirurgia urgenza generale, Chirurgia ortopedica programmata, Chirurgia generale programmata, Chirurgia protesica programmata e Riabilitazione post operatoria. Ad oggi sono depotanziati fortemente i seguenti reparti e servizi: Medicina Generale, Ambulatorio pediatria, Ambulatorio ostetricia, Ambulatorio ginecologia, Sala gessi, Oculistica (senza primario da 3 anni). Oggi le 8 sale operatorie sono chiuse. Nessun investimento in personale e in strutture è stato fatto in 3 anni. In Regione Palmanova è l’unico ospedale di rete senza l’attività di urgenza chirurgica, nonostante serva un territorio di 80.000 abitanti, al quale afferiscono 13 Case di Riposo. Oggi l’Ospedale di Palmanova, fino a tre anni fa ricco di servizi medici d’eccellenza, è seriamente messo in pericolo, anche perché non c’è da parte della politica regionale alcun impegno scritto al ripristino dell’operatività. Ancora una volta, inascoltati dalla Regione e dall’Azienda Sanitaria, siamo costretti a manifestare pubblicamente il nostro dissenso verso una gestione disastrosa della sanità territoriale. Dobbiamo salvare l’Ospedale di Palmanova dicendo basta alla continua chiusura di reparti e servizi sanitari. Istituzioni e cittadini devono unirsi per difendere quel che resta dell’Ospedale, chiedere a gran voce che vengano ripristinati i servizi precedenti e mantenute le promesse fatte da Fedriga e Riccardi ormai tre anni fa. Dalla chiusura del Punto Nascita del luglio 2019, il senso di abbandono e d’impotenza si è sempre più fatto sentire tra i cittadini: quell’eccellenza, certificata con i numeri e i dati di decenni (una media di 850 parti anno), portava con sé bellissime storie di mamme, papà e neonati che si sono affidati ad una struttura sanitaria amata e conosciuta. Quelle storie sono state spazzate via da una precisa scelta politica della Regione, effettuata contro il volere degli stessi medici, dei sindaci e di tutta la popolazione di questo territorio. Da quel momento, purtroppo, un senso di sofferenza ha continuato a serpeggiare tra il personale sanitario e tra i cittadini; le successive decisioni di ridurre ancor di più gli spazi e le prestazioni anche dei reparti di pediatria, ginecologia, ostetricia, medicina e chirurgia, hanno trovato la giusta protesta delle istituzioni locali, ancora senza una concreta risposta della Regione. Con l’arrivo della Pandemia, a marzo 2020, la Regione ha chiuso completamente l’operatività del blocco operatorio, per creare posti di terapia intensiva, con l’impegno di ripristinare l’operatività chirurgica una volta finita l’emergenza sanitaria. Alla ripresa di una possibile normalità della vita, il ritorno all’accesso alle cure non è stato garantito. Visto l’attuale depotenziamento dell’Ospedale, con la recente gravissima chiusura di tutta l’operatività chirurgica sia programmata che d’urgenza, la forte preoccupazione è che il passo successivo potrebbe essere far diventare il Pronto Soccorso un “Punto di primo intervento” (attraverso l’eliminazione completa della sala gessi). A quel punto l’opera per smantellare l’Ospedale sarà definitivamente compiuta. Quanto denunciato con forza da questa maggioranza da oltre tre anni sta drammaticamente accadendo: togliere tutto e aggiungere poco o niente”