Autonomia, decentramento, Europa al centro dell’incontro con López de Lacalle organizzato dal Patto per l’Autonomia
Autonomia, decentramento, sussidiarietà e partecipazione in una prospettiva europea. Sono i temi toccati nel corso dell’incontro, organizzato dal Patto per l’Autonomia, che si è svolto ieri, mercoledì 12 ottobre, nel Centro culturale delle Grazie a Udine, davanti a un numeroso pubblico – presenti molti consiglieri regionali, comunali, amministratori locali – intervenuto per ascoltare Lorena López de Lacalle, presidente di EFA/ALE – European Free Alliance/Alleanza Libera Europea, il gruppo politico che riunisce nel Parlamento europeo esponenti di regioni e territori che si battono contro i governi centrali per garantire il riconoscimento dei loro diritti, primo tra tutti quello per l’autodeterminazione; Alberto Felice De Toni, docente di ingegneria economico gestionale, già rettore dell’Università di Udine; Giacomo Petrucco, dottorando all’Università di Pisa, sollecitati da Rossano Cattivello, direttore de “Il Friuli”, che ha moderato e animato l’incontro.
Nel suo intervento Lorena López de Lacalle ha parlato della «necessità di lavorare per istituzioni che sappiano ascoltare i cittadini e di portare avanti una politica di prossimità per il benessere di tutti con uno spirito di apertura e inclusività, uno spirito cooperativo che favorisca la partecipazione». In questo senso, «c’è bisogno di soggetti territoriali e partiti autonomisti in grado di costruire alleanze per combattere nazionalismi e sovranismi che rischiano di mettere in discussione una visione di reale integrazione europea a tutela dei diritti di territori, minoranze, diversità».
«Per affrontare la sfida della complessità (del governo della società, dell’economia, dell’ambiente…) serve un decentramento a più livelli – ha affermato Alberto Felice De Toni –. La vicinanza alle comunità, ai territori, ai loro problemi è fondamentale per rispondere in modo più efficace alle loro esigenze, alle loro aspettative. La risposta non può essere centrale e standardizzata. Complementare al decentramento è l’autonomia, che deve coniugarsi con la cooperazione, con il fare squadra. In questo modo si creano sinergie a tutto vantaggio dei territori».
Giacomo Petrucco, dottorando all’Università di Pisa, con un percorso di studi internazionale alle spalle, ha portato l’attenzione sul ruolo delle comunità sul sistema istituzionale ed economico, citando il movimento politico fondato da Adriano Olivetti per promuovere una riforma dello Stato e della società in senso comunitario. «La comunità è nucleo pulsante, concetto vivo della società, interrelazione tra lavoro, cultura e democrazia. A livello statale, sono sempre meno i temi ai quali si danno risposte efficaci. È fondamentale avanzare nel livello di cooperazione e integrazione sovranazionale e creare strumenti comuni europei per la gestione delle sfide cruciali del nostro tempo; parallelamente vanno responsabilizzate e attivate persone e comunità intere, perché sono le relazioni tra persone e comunità a tenere vivo lo sviluppo sociale ed economico di un luogo, a governare la qualità di vita, e questo ha profondamente a che fare con i temi dell’autonomia e dell’autonomismo».
A trarre le conclusioni è stato il segretario e capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo che ha ribadito come si debba «dare realmente ai cittadini la possibilità di incidere nelle scelte che riguardano il futuro delle loro comunità, utilizzare in modo dinamico la specialità regionale, che è uno strumento formidabile per agire prima e meglio dello Stato sui temi fondamentali dell’energia, delle filiere economiche, dell’adattamento ai cambiamenti climatici, della cooperazione transfrontaliera. La particolarità della nostra terra è legata inequivocabilmente a una vocazione europea, alle tante diversità che compongono i nostri territori. Diversità che devono essere valorizzate con percorsi di apertura e di dialogo, in contrapposizione ai nuovi nazionalismi che vivono della paura verso l’alterità e la fomentano».