Bollette luce e gas, aumenti ingiustificati per 2,6 milioni di clienti. Nel mirino dell’antitrust Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie

Inutile dire che il capitolo energia è sensibile. Nervo scoperto per famiglie d aziende che cercano di far quadrare il bilancio spesso rinunciando a livelli di benessere pur di pagare le bollette. Per questo è insopportabile pensare che gran parte degli aumenti sono frutto di speculazione diretta ed indiretta. Bene ha fatto quindi l’antitrust ad entrare di nuovo sulla vicenda delle modifiche ai contratti di luce e gas. L’Autorità per la concorrenza e il mercato ha avviato sette istruttorie e adottato sette provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale. E’ la seconda volta nel breve periodo che l’Autorità emette provvedimenti simili, già alla fine di ottobre ne aveva emessi quattro ed ora procede “nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas naturale sul mercato libero, che rappresentano circa l’80% del mercato. Giusto quindi che l’Autorità si attivi per far revocare retroattivamente gli aumenti, ma il vero problema è che le eventuali multe in realtà diventano una partita di giro. Le società infatti spalmano le sanzioni nei loro bilanci e quindi alla fine, a pagare, sarà sempre “Pantalone”, l’utente quindi. Sotto la lente dell’Autorità sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale e le successive proposte di rinnovo delle condizioni contrattuali, in contrasto con l’art. 3 del Decreto Legge 9 agosto 2022 n. 115 (cd. Aiuti bis), convertito in Legge n. 142 del 21 settembre 2022”. La norma sospende, si ricorda, dal 10 agosto fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle relative comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche di prezzo si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso. Questi interventi – spiega l’Antitrust – “vanno ad aggiungersi ai quattro procedimenti istruttori e agli altrettanti provvedimenti cautelari adottati nei confronti delle società Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola e fanno seguito ad un’ampia attività preistruttoria svolta nei confronti di 25 imprese, dalla quale è emerso che circa la metà degli operatori interessati ha rispettato la legge evitando di modificare le condizioni economiche – dopo il 10 agosto 2022 – ovvero revocando gli aumenti illecitamente applicati”.
Ora alle sette società viene contestata la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate prima del 10 agosto 2022 e, in seguito, le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo, giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo fisso. Secondo quanto riferisce la stessa Agcm, sono oltre 7,5 milioni i consumatori interessati alle variazioni di prezzo, e 2,6 milioni quelli a cui sono stati applicati “aumenti ingiustificati” di energia e gas. “Sulla base dei dati forniti dalle stesse imprese, risulta che i consumatori, i condomini e le microimprese interessati dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche sono 7.546.963, di cui circa 2.667.127 avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo – si legge nella nota sul provvedimento – Le imprese dovranno, quindi, sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e, inoltre, dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo”. Adesso le sette società dovranno sospendere od annullare tutti gli aumenti e entro 7 giorni potranno inviare una memoria difensiva all’Antitrust che a quel punto potrà confermare o meno i provvedimenti sanzionatori.