Claut senza guardia medica, il Comune non ci sta. Lasciare la montagna pordenonese senza presidio sanitario è “scelta scellerata”
La definisce, giustamente, una decisione scellerata il sindaco di Claut Gionata Sturam. Il riferimento è al fatto che dal prossimo primo gennaio sarà definitivamente interrotto il servizio di Guardia Medica a Claut, Meduno ed Anduins di Vito d’Asio, cioè tutti i presidi della vera montagna pordenonese. “Questa scelta è molto grave: ci penalizza ancora una volta e mette a rischio il bene più importante, la salute delle persone” ha commentato a riguardo il sindaco di Claut, Gionata Sturam. “È una decisione scellerata contra la quale ci batteremo con forza: non permetteremo che questo piano allucinante si concretizzi”. “Non siamo cittadini di serie B, abbiamo tutti i diritti di avere un presidio sanitario in montagna” ha proseguito Sturam. “Il nostro riferimento di Guardia Medica dovrebbe essere Maniago? Questa soluzione funziona solo in teoria, perché la realtà è ben altra cosa e un’area così ampia non può essere servita solo dalla guardia medica maniaghese, che in inverno può distare anche più di un’ora, in caso di meteo avverso”. Nel corso di una delle ultime assemblee dell’Area vasta, punto d’incontro tra la dirigenza dell’Azienda sanitaria ed i sindaci dei vari Comuni, il sindaco Sturam aveva interrogato il direttore generale in merito alla questione della Guardia Medica. “Egli mi aveva assicurato che con l’autunno le cose sarebbero migliorate: purtroppo i risultati non sono quelli sperati” ha raccontato il primo cittadino. “Ho già chiesto a nome mio e di molti colleghi un incontro urgentissimo sia al direttore generale Polimeni sia all’assessore Riccardi, perché queste condizioni sono per noi inaccettabili. Combatteremo per i servizi che la nostra gente, che viene sempre penalizzata, merita”. “Ho chiesto agli altri sindaci di appendere simbolicamente un camice bianco fuori dai rispettivi municipi in segno di protesta” ha concluso il sindaco di Claut. “Se non avremo riscontro, andremo a farci sentire nella sede dell’Asfo assieme a tutti coloro che difendono i servizi per la montagna. E chiameremo a raccolta la gente perché la protesta non è solo dei sindaci, ma di tutti i montanari, fieri di esserlo”.