Considerazioni sulla confusione, che ben architettata confusione
Carissimo direttore,
ho deciso di approfittare dello spazio che il tuo giornale potrebbe offrire per buttare giù alcune considerazioni, da donna qualunque, forse un po’ più colta della media, ma nulla di eccezionale, soprattutto in questo momento e a questa età. No vax, no green pass, Covid, vaccino, morti, guariti… che confusione, che ben architettata confusione. Fin da quando ero bambina ho imparato che, per quanto un problema possa essere composto da diversi problemi concatenati fra loro, per cercare innanzitutto di capire e poi, eventualmente e se possibile, risolvere, bisogno dividerlo nelle sue diverse parti e affrontarle una alla volta. Il rischio è che, in questo modo, le cose
appaiano più chiare e vanifichino lo sforzo di chi “o prendi tutto il pacchetto o sei fuori”. Il Covid: i morti, quelli che hanno pagato per l’inadeguatezza delle strutture e l’impreparazione dei sanitari, vittime loro stessi. Ma del resto, come potevano esserlo preparati? Non era mai successo nulla di simile. Tuttora non c’è ancora una unica certezza per la cura. Ma tutto ciò va collocato in un suo ambito e in un suo tempo. Ora che mi si dica che devo accettare il Green Pass per lavorare perchè ci sono stati i morti di Bergamo… confusione emotiva. Cui iuvat? Il Vaccino: mi spiace perfino per tutti quegli italiani che in questi ultimi giorni, solo a causa di una pistola puntata alla testa, hanno deciso di vaccinarsi, Che cosa è cambiato? Non rischiano più di morire? Io sono vaccinata, lo sono stata fra i primi sia per l’età che per la salute. Sono comunque molto a rischio, con o senza vaccino. Di conseguenza tutta la mia famiglia, che convive con me, è stata vaccinata, quasi d’ufficio. Vaccini diversi, reazioni diverse, malesseri diversi. Il Green Pass ce lo hanno praticamente tirato nella schiena. Quindi chiarisco, una volta vaccinato il green pass non ti cambia la vita. Non serve a nulla, non è uno scudo contro il virus e non è nemmeno una garanzia che dove entrerai con, non ci sia chi sparge virus modificato a man bassa. Green pass o no green pass, la mia vita ormai è cambiata. Ma torniamo al problema. Desidero collocarmi: non sono per principio contro il vaccino come strumento in se, sono contro questa ignomignosa imposizione dell’ OBBLIGO DEL GREEN PASS PER POTER LAVORARE. Non posso quindi essere definita no vax e nemmeno no green pass, direi piuttosto NO PRELUDIO a una forma di controllo che attraverso il ricatto sanitario e lavorativo obbliga l’asservimento degli esseri umani ad un mercato che pochi controllano e ad un sistema economico che apparentemente già a rischio di tracollo, ha trovato persino in una pandemia il modo di replicarsi, rinsaldarsi e garantirsi un futuro grasso sulle nostre ossa. Lasciamo stare le grandi manifestazioni contaminate proprio da chi, in questo momento, sta “lavorando” proprio a favore di un’ulteriore restrizione dei margini di libertà. Non saprei comunque proporre un altro modo di agire. Ma ci tengo a precisare che come me, ci devono sicuramente essere molte persone che non riescono a collocarsi, che non fanno di tutta l’erba un fascio e che ragionano affrontando lucidamente un problema alla volta. Salverei quindi il confronto, gli spazi dove opinioni diverse possano incontrarsi o scontrarsi tenendo vivi i cervelli degli italiani, bombardati, malmenati, condizionati dallo schieramento dei media genuflessi. Grazie per lo spazio e buon lavoro. Francesca Gregoricchio