Conte supera il primo scoglio, la Camera ha votato la fiducia con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. Ora il campo minato del Senato
L’esecutivo onte supera il primo scoglio ottenendo la fiducia alla Camera dopo l’abbandono della delegazione di Italia Viva. Con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti Conte ha ottenuto la maggioranza assoluta ma il vero scoglio sarà domani con l’appuntamento decisivo: il voto del Senato. Un voto piuttosto scontato, quello di oggi a Montecitorio, mentre domani a Palazzo Madama può succedere di tutto, visto che la maggioranza viene data oscillante, al momento, fra 151 e 157 voti, a seconda delle scelte dei singoli e delle trattative delle ultime ore. Alla Camera Conte ha svolto una relazione di cinquantacinque minuti per chiedere la fiducia del Parlamento al suo governo. Ne è scaturito un dibattito al termine del quale la seduta è stata sospesa per sanificare l’Aula. E’ seguita la replica del presidente del Consiglio. Quindi, le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia.
Molto acceso il dibattito sulla comunicazione di Conte: “Si è aperta una crisi che deve trovare nell’Aula il chiarimento, nei principi della trasparenza che hanno segnato il mio governo e che sono canoni essenziali della democrazia parlamentare. E’ una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro paese, con una pandemia ancora in corso. Confermo di avvertire un certo disagio”. H spiegato il premier: “non ravviso alcun possibile fondamento in questa crisi”, ha aggiunto. “Ci siamo dovuti confrontare con la pandemia. In questi mesi così drammatici questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità raggiungendo unità nelle vedute e risolutezza nell’azione”, ha spiegato il premier. La situazione nonostante il voto positivo incassato è decisamente complicata, sono ore frenetiche per le forze che sostengono il presidente del Consiglio che provano a chiudere le falle, a trovare sostegni per poter aprire un altro capitolo con una maggioranza più solida possibile. Quello del “Conte ter” è una prospettiva che resta all’orizzonte ma non sarà facile raggiungerla. Conte è consapevole che si giuca tutto al Senato dove i numeri sono ancora incerti, alla Camera il premier ha spiegato che al più presto ci sarà un tavolo per un patto di legislatura e il rafforzamento della squadra di governo, ha chiamato volenterosi e costruttori a far parte del progetto europeista per il Paese, «un appello limpido, alla luce del sole, aiutateci», ha detto. Poi ha fatto due aperture. «Mi avvarrò della facoltà di assegnare un’autorità delegata di Intelligence sui Servizi, una persona di mia fiducia», ha precisato. E «viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario», ha messo in chiaro. Infine l’auspicio di una «convergenza» in Parlamento per andare avanti con le riforme. «Il governo – ha detto in particolare Conte – si impegnerà a promuovere una riforma elettorale di impianto proporzionale quanto più possibile condivisa». Tutto ovviamente se il Senato dirà si ma parla di sentiero stretto ha spiegato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che non vede al momento altre alternative. Come dire o Conte o voto.