Cultura: Callari, Aquileia simbolo della Mitteleuropa fucina di culture
“Aquileia è simbolo di una Mitteleuropa fucina di culture e di dialogo tra i popoli europei capace di oltrepassare i secoli e i confini”.
Così l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Sebastiano Callari, ha accolto ad Aquileia l’arrivo di 110 reperti aquileiesi provenienti dal Kunsthistorisches Museum di Vienna per comporre la mostra “Magnifici Ritorni” che resterà aperta al pubblico fino al 20 ottobre nel Museo archeologico nazionale.
“Qui oggi si celebra la capacità della cultura di aprire terreni di confronto anche tra istituzioni e amministrazioni pubbliche nel tentativo di riscoprire e rafforzare le radici comuni di un territorio che è il cuore dell’Europa millenaria” ha detto Callari. “Sono orgoglioso di questa sinergia tra istituzioni che è espressione anche della volontà del Friuli Venezia Giulia di rafforzare il proprio ruolo commerciale, turistico e logistico nell’Alto Adriatico”.
“Solo partendo dalla consapevolezza della forte identità culturale dei popoli europei e dall’accettazione delle regole di civiltà millenaria che da essa discendono che si può costruire un futuro per l’Europa”, ha concluso l’assessore regionale. In occasione dei 2200 anni dalla fondazione di Aquileia, voluta dai romani nel 181 a.C. come avamposto contro i Barbari e ponte verso l’est, il museo viennese ha accolto la richiesta di collaborazione della Fondazione Aquileia per riportare nella sede d’origine alcuni tra i più importanti reperti archeologici scoperti con le prime opere di scavo realizzate oltre 200 anni fa, perlopiù per opera di privati, quando Aquileia era ricompresa nell’Impero austro-ungarico.
A quest’epoca risalgono infatti i ritrovamenti del prezioso rilievo marmoreo con la rappresentazione di Mitra Tauroctono, con il berretto frigio, il serpente, lo scorpione e l’uccisione del toro sacro che riporta agli antichi culti che hanno segnato la storia dell’umanità, giunti ad Aquileia dopo un lungo viaggio da Oriente, dall’India e dalla Persia dove il culto a lui dedicato, misterico ed iniziatico, era nato secoli prima.
Tra gli oggetti più significativi vanno segnalati inoltre la patera in argento, esemplare unico di piatto dalla complessa raffigurazione allegorica riconducibile a temi dell’abbondanza e della celebrazione dell’agricoltura, donato nel 1816 all’imperatore d’Austria Francesco I dal conte Francesco Leopoldo Cassis Faraone, e la croce in bronzo del IV secolo con il monogramma dato dall’intersezione delle iniziali del nome greco di Cristo donata a Vienna dal barone Ettore von Ritter verso la metà dell’800.
In mostra anche molti materiali preziosi quali gemme, monete, bronzi, tra cui spiccano la gemma verde con ritratto femminile e la pasta vitrea con la raffigurazione del Circo Massimo di Roma. A partire dal 1817, come ha spiegato Georg Plattner, direttore della Collezione di Antichità greche e romane nel Kunsthistorisches Museum, circa 340 reperti antichi da Aquileia furono inviati a Vienna. Una cinquantina di questi tornarono ad Aquileia nel 1921, nell’ambito delle restituzioni che l’Austria fece dopo la fine della prima guerra mondiale all’Italia: tra essi, sculture e iscrizioni, bolli laterizi e altri oggetti minori. La maggior parte dei capolavori aquileiesi restarono nella capitale austriaca, dove tutt’oggi compongono una parte preminente della collezione permanente del museo. La mostra, organizzata in collaborazione anche con il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, resterà aperta dal martedì alla domenica con orario 10-19 (la biglietteria chiude un’ora prima); il costo del biglietto è di 10 euro (ingresso Museo Archeologico Nazionale e mostra) o di 16 euro per il biglietto unico (ingresso Museo Archeologico Nazionale, mostra, Basilica, cripte, campanile, battistero e domus e palazzo episcopale).
Fonte Arc