Da oggi il Museo di Arte Contemporanea di Udine ospita una sala intitolata a Giuseppe Zigaina.

Il Comune di Udine e Casa Cavazzini rendono così omaggio al maestro friulano, grande protagonista del realismo italiano del secondo dopoguerra, che attraverso la sua pittura seppe maturare e interpretare profondi temi civili, acutamente e talvolta duramente analizzati in rapporto alla storia, al territorio, alla memoria.

Giuseppe Zigaina compirebbe quest’anno 100 anni e l’iniziativa del Comune di Udine si inscrive in Zigaina 100/Anatomia di una immagine, il progetto sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia che vede capofila il Comune di Cervignano del Friuli, cittadina natale del maestro, che egli mai abbandonò nel corso della sua vita in favore di mete più consone alla sua vita d’artista.

Oggi il giorno dell’apertura della sala, cui è seguita una conferenza tenuta dalla Responsabile del Museo Vania Gransinigh e organizzata dall’Accademia Udinese di Scienze Lettere e arti che parlerà del valore culturale e civile delle opere di Zigaina nelle civiche collezioni di Casa Cavazzini.

L’intitolazione avviene nel centenario del maestro che in questo 2024 avrebbe compiuto 100 anni e si lega a Zigaina 100/Anatomia di una immagine, il progetto promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia che vede capofila il Comune di Cervignano del Friuli.

La sala, con carattere permanente, dedica al Maestro lo spazio per esporre, approfondire, valorizzare quella parte del suo lavoro che si trova nel patrimonio civico della città di Udine. Non una “mostra”, ma una dedica, che consente ai visitatori di conoscere Zigaina attraverso un percorso che vede esposti al momento 8 dei 20 pezzi di proprietà del Comune di Udine. Tra questi alcuni sono pezzi fondamentali.

In primis la monumentale opera di oltre 3 metri per 2 che rappresenta forse il suo capolavoro. Parliamo della storica Assemblea dei braccianti sul Cormor, che racconta un momento dello sciopero a rovescio messo in atto dai braccianti della bassa friulana nell’estate del 1950. Esposto alla XXVI Biennale di Venezia nel 1952, sostenuto anche da una serie di disegni che furono esposti in diverse mostre italiane e da testi dello stesso Zigaina rivolti ai braccianti, divenne il manifesto delle lotte dei lavoratori della terra in Friuli.

Di notevole importanza anche le due tavole intitolate Uomini che uccidono cavalli realizzate nel 1948 nella memoria del quadro che Zigaina diceva “della mia vita”, quella parte cioè della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello conservata agli Uffizi.

Occupa la terza parete l’opera Alessandra e la stella filante, realizzata da Zigaina nel 1966 ed esposta quell’anno nella sala personale dell’artista alla XXXIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia insieme ad altre 16 opere allora recentissime. Pubblicata in catalogo, fece parlare di “pittura realistica ed orfica”, mentre alcuni anni dopo lo stesso Zigaina affermò l’ingresso nella sua pittura degli anni Sessanta di “un’altra parte della realtà”, filtrata attraverso i sedimenti della sua storia più intima e personale.

Un nucleo di disegni dedicati al tema della Donna assassinata e del Dormitorio chiude Sala Zigaina che cronologicamente si ferma agli anni Sessanta. Dal Colle di Redipuglia. Farfalla e anatomia del 1973, una grande tela che si trova esposta al primo piano, fuori dunque dalla sala, e che ci ricorda un capitolo storico legato alla tragedia della prima guerra mondiale così come si è svolta nei nostri territori.

Ma il corpus delle opere di Zigaina, certamente di rilievo, ricorda anche l’importanza del mecenatismo. Di Antonio Marangoni anzitutto il cui lascito consentì una politica di acquisizioni che portò alla fondazione stessa delle civiche collezioni quanto, più tardi, all’acquisto di alcune opere di Zigaina. Tra queste nel 1948 Uomini che uccidono cavalli e nel 1988 la tela dei Braccianti del Cormor realizzata nel 1952. Ma ricorda anche un mecenatismo sensibile come quello del grande collezionista triestino di origine greca Socrate Stavropulos, direttore della filiale delle carte Modiano a Budapest. Oppure ricorda il mecenatismo di Alba e Livio Fontana, collezionisti di Monfalcone alla cui generosità Udine deve Dal Colle di Redipuglia. Farfalla e anatomia del 1973.

Ancora vale ricordare il nucleo di disegni donati da Bianca Marini Solari mecenate ed eroina, moglie dell’imprenditore e senatore Fermo Solari come l’impegno degli Amici dei Musei di Udine che nel 1971 donò un disegno ai civici musei legato al Colle di Redipuglia.