“Dietro le quinte. Verso il nuovo Museo Friulano di Storia Naturale” A partire dal 2 novembre le visite guidate

Il Museo Friulano di Storia Naturale, fondato nel 1866 e inaccessibile al pubblico dal 1999, finalmente riaprirà le sue porte, anche se per una mostra temporanea. Grazie ai Fondi POR – FESR, dedicati ai Musei e Biblioteche Digitali, gli spazi e le tematiche del museo saranno connessi attraverso un nuovo percorso multimediale. L’allestimento, dal titolo “Dietro le Quinte. Verso il nuovo Museo di Storia Naturale” viene inaugurato oggi (30 ottobre 2023) e sarà a disposizione del pubblico per visite guidate il martedì, il giovedì e il sabato. Alla presentazione hanno partecipato il Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, l’Assessore all’Istruzione e Cultura Federico Pirone e il vicepresidente della Regione FVG Mario Anzil. Il dirigente del Servizio Cultura del Comune Antonio Impagnatiello e la responsabile scientifica del museo Paola Visentini.

Il Sindaco Alberto Felice De Toni ha voluto ricordare il grande patrimonio della terra friulana: “Il Friuli non solamente possiede una grande biodiversità, unica sul territorio nazionale, ma anche una grande storia di persone impegnate in ambito scientifico. Questo museo si presenta allora come un tempio di uno di questi studi, l’evoluzione, analizzata ormai da centinaia di anni, passata per le tappe fondamentali di Jean-Baptiste de Lamarck e Darwin, ma su cui ci sono ancora molti spazi e margini di ricerca. Il Museo friulano di storia naturale è un sito che non tutte le città possono vantare, e per questo può diventare una realtà fondamentale per le scuole di tutta la regione. Inoltre, come amministrazione intendiamo coinvolgere ancor di più nel progetto museale l’Università di Udine, con cui siamo al lavoro per riscrivere una convenzione a riguardo. É solo il primo passo di un percorso lungo, il cui risultato finale regalerà a tutte le cittadine e ai cittadini un’infrastruttura unica nel panorama culturale regionale, e alle visitatrici e ai visitatori un motivo in più per raggiungere una città già importante dal punto di vista museale come Udine”.

L’Assessore alla Cultura e Istruzione Federico Pirone ha ricordato le tappe della vita del Museo: Pirone: “L’apertura, anche se parziale, del Museo Friulano di Storia naturale si inserisce in un lungo cammino iniziato diversi anni fa. Dal 1998 infatti il museo è chiuso al pubblico e questo percorso si concluderà inevitabilmente con la sua riapertura totale nei prossimi anni. In direzione della restituzione dell’edificio alla comunità di Udine e al Friuli, quella di oggi rappresenta perciò una tappa fondamentale. La mostra allestita nelle sale della struttura dell’ex Macello, che ospita il museo dal 2015, è un piccolo compendio della grande biodiversità che caratterizza il nostro territorio, la cui conoscenza in questi spazi viene valorizzata e diffusa. Questa esposizione mostra ciò che avviene “dietro le quinte” della progettazione museale, il processo che crea l’offerta intellettuale rivolta a un pubblico spinto a interrogarsi come interagire con il pianeta che abitiamo, trasformando la propria condizione da predatore della terra a inquilino consapevole della stessa”.

Il vicepresidente della Regione FVG Mario Anzil ha sottolineato l’importante collaborazione istituzionale che ha permesso il risultato odierno ma ha anche auspicato che “con ulteriori collaborazioni il museo possa diventare luogo di cultura per le scuole, di ricerca e di didattica”.

“La riapertura di un luogo iconico per la città, qual è il Museo Friulano di Storia Naturale, rappresenta per la cultura del Friuli una giornata di festa. E’ un momento significativo perché se vogliamo conservare la nostra storia e le nostre tradizioni lo dobbiamo fare, soprattutto, attraverso la cultura” ha ricordato Anzil. “Una struttura che ha la necessità di immaginare un proprio ruolo nel futuro guardando alla storia del proprio passato e partendo dall’interpretazione della società contemporanea; in quest’ottica, questo spazio ha grandi potenzialità e rappresenta un obiettivo di valorizzazione importante per chi lo guida: sono certo che la sfida verrà raccolta e raggiunta”.

“L’area, mutata dall’originale destinazione e riproposta in chiave contemporanea – ha ricordato infine Anzil, – ospita un prezioso patrimonio, oltre 1 milione e 300 mila reperti provenienti soprattutto dal territorio friulano da conservare e da rendere fruibili”.

L’area del Macello di Udine, progettata e realizzata da Ettore Gilberti nel 1924, seppure parzialmente, sarà nuovamente a disposizione della comunità.

Un segnale positivo per il Museo, dalla lunga e travagliata storia, approdato in Via Sabbadini nel 2015. La struttura è ancora oggetto dei lavori di recupero di alcuni edifici, che in futuro saranno utilizzati per realizzare il primo percorso espositivo permanente, quando il complesso di archeologia industriale, organizzato in orizzontale su un’area di 25.000 m2, diverrà finalmente luogo di visita.

Il percorso presentato è diviso su più stabili, ma segue un filo unitario. Attraversa spazi che rielabora dal punto di vista funzionale: laboratori didattici divengono sale espositive, aree verdi sono ripensate come un Open Air Museum e luoghi generalmente esclusi alla visita del pubblico, quali depositi ed archivi, si trasformano in ambienti aperti.

Così le vetrate della Biblioteca specializzata, sorta dalla rivisitazione di un’area deposito per carri e animali, che si riflette sul verde del grande Giardino ora vero e proprio museo all’aperto attraverso la realizzazione di postazioni didattiche, divengono l’occasione per parlare di come questo luogo dalla storia cruenta sia stato convertito in un luogo di conservazione, moderno e innovativo: elemento di una comunità energetica.

Una delle palazzine, ora spazio in cui si raccolgono 260 metri lineari di documenti, immagini e memorie dell’ultra centenario geologo palmarino Ardito Desio, che 70 anni fa condusse un’impresa impensabile per l’Italia appena uscita dalla guerra come la spedizione scientifico-alpinistica sul K2, è stato trasformato in un luogo che racconta gli oltre 150 anni della storia di un Museo, delle sue collezioni e di quanti con il loro lavoro di ricerca lo hanno arricchito.

La palazzina invece che racchiude il deposito dei materiali di Paleontologia e Paletnologia, accoglie il visitatore non solo per raccontare il dietro le quinte del lavoro di studio, ricerca e conservazione che si svolge in un Museo, ma anche per rivelare come Homo sapiens già 7000 anni fa divenne l’artefice forse inconsapevole delle trasformazioni ambientali che ora ci travolgono. Una storia che riguarda il cibo, di uno in particolare, il pane, di cui nel Giardino del Museo si sperimentano le varie fasi di produzione.

Per concludere, nella palazzina d’ingresso dove si svolge il lavoro quotidiano e la didattica, si propone qualche assaggio dei concetti che saranno esposti nel primo percorso museale permanente dedicato alla conoscenza degli habitat presenti in Regione e della Biodiversità, di cui il Friuli Venezia Giulia detiene un vero e proprio record italiano ed europeo.

La comunità potrà varcare i cancelli del Macello e togliersi ogni curiosità a partire dal 2 novembre, nelle giornate di martedì e giovedì (dalle 17 alle 19) e il sabato (dalle 15 alle 17), previa prenotazione (inviando una e-mail a info.mfsn@comune.udine.it). I visitatori saranno accompagnati per una interessante visita guidata. È bene ricordare che il Museo nei suoi depositi conserva più di 1.300.000 reperti, una collezione unica che dal punto di vista scientifico rappresenta una vera rarità.

Il Progetto, finanziato dal POR FESR 2014-2020 Asse 4 Sviluppo urbano Azione 4.1 ‘Musei e Biblioteche digitali’, sarà fruibile anche online, grazie a un nuovo strumento di visita. All’indirizzo https://www.museofriulanostorianaturale.it/ Il nuovo sito web consentirà di consultare una struttura ipertestuale ricca di contenuti. Uno strumento di dialogo per la cittadinanza e per il mondo della scuola, realizzato per raccogliere le informazioni necessarie alla visita, anche solo virtuale, e approfondire le tematiche proposte dal Museo in modo inclusivo e accessibile. Uno strumento dialogante che mette in comunicazione il dentro con il fuori. Un vero e proprio filo di Arianna che segna la strada non sempre facile che un Museo segue per giungere alla comunicazione dei propri contenuti a tutti.

 

IL MUSEO

Il Museo Friulano di Storia Naturale è uno degli elementi che compongono i Civici Musei di Udine, nati nel 1866 con il nome di “Museo Friulano” per volontà dell’erudito Jacopo Pirona.

È un’istituzione permanente al servizio della comunità, svolge attività di conservazione del patrimonio scientifico, compie ricerche soprattutto in territorio regionale e interpreta, comunica ed espone il proprio patrimonio di materiali e conoscenze. I depositi del Museo custodiscono oltre 1.300.000 reperti provenienti soprattutto dal territorio friulano. Una buona parte di essi fa parte di collezioni storiche di grande interesse, altri costituiscono raccolte aperte a continui incrementi esito di ricerche o di acquisizioni. Il patrimonio è organizzato in cinque sezioni: Botanica (234.823 reperti), Geo-Paleontologica (127.163 reperti), Mineralogica e Petrografica (13.000 reperti), Paletnologica e Antropologica (225.201 reperti), Zoologica (20.460 Vertebrati e 691.441 Invertebrati). Il Museo è dotato inoltre di una Biblioteca specializzata e di una Mediateca (85.498 titoli e 22.000 immagini).