Dolomiti Mountain School: la montagna sta cambiando. La dicotomia natura-cultura sotto la lente della presentazione

Dolomiti Mountain School
Lo scorso venerdì, presso l’Università degli Studi di Udine, è stata lanciata l’edizione 2025 della Dolomiti Mountain School. Coordinatore storico della Scuola è il giornalista e studioso della montagna Gianpaolo Carbonetto: “Siamo alla nona edizione: quest’anno affrontiamo il tema di come la montagna sta cambiando” ha spiegato, “sta cambiando non soltanto dal punto di vista climatico ma anche umano, antropologico. Ci sono dei luoghi in cui lo spopolamento procede, ma ci sono anche delle tendenze contrarie, o almeno cominciano ad apparire”.
“Cresce il numero di persone che desiderano ritornare in montagna o addirittura andare a vivere per la prima volta in montagna stabilmente, perché l’ambiente montano assicura alcuni aspetti che loro desiderano per il proprio stile di vita” ha proseguito Carbonetto. “Il problema è che nell’ambiente montano ci sono anche delle problematiche che possono indurre ad evitarlo: la lontananza dei presidi sanitari, la difficoltà nei trasporti, il fatto che per acquistare dei semplici beni serva mettersi in macchina e fare dei chilometri”.
“È molto importante per noi della Fondazione Dolomiti UNESCO riuscire ad arrivare ai territori, arrivare alle vallate di montagna e riuscire a discutere del cambiamento e di ciò che succede nelle nostre realtà” ha aggiunto la direttrice Mara Nemela. “Custodire un patrimonio mondiale significa conservare in un’ottica di continua trasformazione: questi momenti d’incontro non sono solo di formazione, ma anche di ascolto e per fare un punto su quello che succede nelle nostre comunità”.
L’inaugurazione della Dolomiti Mountain School è stata impreziosita da una lectio magistralis di Adriano Favole, professore di antropologia culturale all’Università di Torino, sull’ecologia delle relazioni. “Cosa vuol dire questa espressione? Oggi nell’antropologia dell’ambiente lavoriamo sul recupero della relazione tra noi e gli altri abitanti della terra. L’idea è quella di superare l’opposizione tra natura e cultura, che sembra definire un mondo umano come separato da tutto il resto”.
“Nelle società di cui parlo, di cui mi occupo, non è tanto l’opposizione tra natura e cultura ad essere la base del pensiero sull’uomo e l’ambiente, ma piuttosto l’opposizione tra ciò che è coltivato e ciò che non è coltivato, ma che potrà esserlo in futuro o lo è stato in passato. È un modo per dire che siamo tutti in una straordinaria relazione, che la terra è una gigantesca rete di relazioni e che coltivando queste interdipendenze possiamo forse vincere la sfida enorme che ci attende, che è quella dei disastri ambientali e del cambiamento climatico”.
All’inaugurazione è stato presentato anche il calendario degli incontri per il 2025. Il primo è in programma venerdì 16 maggio a Tramonti di Sopra (PN), con una giornata di confronto dedicata al tema “Fughe, ritorni e aspettative: come cambia la popolazione”. Venerdì 13 giugno sarà la volta di Comeglians (UD), dove si discuterà di sanità nelle aree periferiche con l’incontro “Garantire la salute lontano dagli ospedali”. Dopo la pausa estiva, si riprenderà venerdì 26 settembre a Forni di Sopra (UD), con un approfondimento sul ruolo della musica in montagna dal titolo “La colonna sonora delle terre alte”. Il ciclo si concluderà venerdì 31 ottobre a Socchieve (UD), dove si parlerà della nuova identità dei rifugi alpini nell’appuntamento “La trasformazione del rifugio da punto di appoggio a meta”.
Tutti gli incontri sono gratuiti e aperti al pubblico, con l’obiettivo di favorire il confronto tra discipline, saperi ed esperienze e di valorizzare il patrimonio culturale, ambientale e sociale delle Dolomiti Friulane, delle aree montane del Friuli Venezia Giulia e dei territori dolomitici. L’iniziativa è promossa dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, la Fondazione Dolomiti UNESCO, la Comunità di montagna della Carnia, la Magnifica Comunità di montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio e l’ASCA / Leggimontagna-Cortomontagna.