Dolomiti Mountain School: “Natura da recuperare e non più da forzare”: due giornate di riflessione a Forni di Sopra
Come ogni anno, la Dolomiti Mountain School – giunta ormai alla sua settima edizione – fa tappa a Forni di Sopra, nella Ciasa dai Fornés, il 21 e 22 settembre per due giorni di appuntamenti tematici per riunire sotto lo stesso tetto esperti, portatori d’interesse, addetti ai lavori e semplici appassionati dell’arco dolomitico. Il titolo di questo incontro è “Natura da recuperare e non più da forzare: tra sistemi idrici, vie di comunicazione e spazi da ritrovare”. L’organizzazione dell’evento è a cura della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Comunità di montagna della Carnia, l’ASCA / Leggimontagna-Cortomontagna, l’Università degli Studi di Udine e la Fondazione Dolomiti UNESCO.
Le due giornate sono dedicate da un lato all’importanza della risorsa acqua, con approfondimenti sugli effetti della crisi climatica, sulla stabilità del suolo, sulle forme di recupero dei corsi d’acqua; dall’altro ad analizzare gli elementi che influenzano il rapporto tra l’ambiente montano e i suoi frequentatori, in relazione alle trasformazioni che si stanno verificando anche in considerazione del fattore sicurezza.
Giovedì 21 settembre, alle 9.30, apertura dei lavori con i saluti istituzionali di Stefano Zannier, Assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche e attuale presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO. Accanto a lui Marco Lenna, Sindaco di Forni di Sopra, e Pierpaolo Zanchetta, del Servizio biodiversità della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Gianpaolo Carbonetto, giornalista e studioso di culture della montagna, nonché coordinatore della Scuola, presenterà il programma.
La mattina proseguirà con un’analisi dei sistemi idrici potabili della Carnia ad opera di Massimo Battiston, direttore generale di CAFC spa. Alberto Bellin, professore di costruzioni idrauliche all’Università di Trento, approfondirà l’incidenza dei cambiamenti climatici sull’idrologia. Emanuela Schir, architetto, e Federico Giuliani, dottore forestale, concluderanno il segmento mattutino discutendo dei paesaggi marginali lungo il fiume Leno in Trentino.
Il pomeriggio, a partire dalle 14, vedrà Chiara Calligaris, ricercatrice all’Università di Trieste, esplorare l’importanza dell’acqua nel dissesto idrogeologico. Giuseppe Muscio, responsabile scientifico del Geoparco delle Alpi Carniche, parlerà delle delicate situazioni geomorfologiche in montagna. L’attenzione poi si concentrerà su un tuffo nella storia del Vajont, con interventi di Giampaolo Carbonetto, Paolo Paronuzzi, professore all’Università di Udine, e Irma Visalli, architetto e già presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Vajont. La giornata culminerà alle 20.30 con la proiezione del film “Custodi” di Marco Rossitti, vincitore del Premio Speciale Dolomiti Patrimonio mondiale al Trento Film Festival.
Venerdì 22 settembre, alle 9.30, Mara Nemela, direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, darà il via alle sessioni. Enrico Agostinis, storico della Carnia, esplorerà il legame tra infrastrutture e turismo alpinistico, seguito da Mauro Gaddi, consigliere del CAl nazionale, che rifletterà sul turismo montano. Chiuderà la mattina l’architetto e docente universitario Moreno Baccichet con un’analisi sull’attrattività dell’ambiente alpino e pianificazione territoriale.
Nel pomeriggio Stefano Grimaz, professore all’Università di Udine, parlerà dei rischi territoriali in montagna, mentre Michele Lanzinger, direttore del Muse di Trento, esplorerà i benefici creati dall’esperienza in naturae in ambito culturale. Ugo Morelli, professore all’Università di Napoli, concluderà con una riflessione sul dialogo tra culture e territori diversi.
L’evento si chiuderà con una tavola rotonda alle 16.30, moderata da Giampaolo Carbonetto e con la presenza dei presidenti delle due Comunità di montagna friulane, quella della Carnia e quella delle Dolomiti Friulane, territorialmente interessate dal Riconoscimento UNESCO.