Covid, Gimbe: “Il virus torna a correre, casi quintuplicati”. L’infezione colpisce soprattutto fragili e over 80

Comprensibile che si cerchi di minimizzare dopo quello che abbiamo passato, ma che esista ancoraun rischio covid è nei fatti e fare gli struzzi non è l’approccio più corretto ma invece la nuova recrudescenza del virus va affrontata con attenzione e rigore ma senza inutili allarmismi.  I dati sono chiari: dopo circa due mesi di sostanziale stabilità  concomitanti con i mesi più caldi, il  numero dei nuovi casi settimanali di Covid19 – che tra metà giugno e metà agosto hanno oscillato tra 3.446 e 6.188 –  rilevano una progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali è quasi quintuplicato, passando da 5.889 a 30.777, il tasso di positività dei tamponi è aumentato dal 6,4% al 14,9%, la media mobile a 7 giorni da 841 casi/die è salita a 4.397 casi/die, l’incidenza è passata da 6 casi a 52 per 100mila abitanti. Nelle ultime 4 settimane si registra purtroppo  anche un numero di decessi più che raddoppiato mentre i ricoveri in area medica, dal minimo (697) raggiunto il 16 luglio ad oggi sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 76. Numeri ancora bassi a livello nazionale ma tuttavia tendenza da non sottovalutare.  Questi i principali dati del monitoraggio settimanale condotto dalla Fondazione Gimbe. “Numeri sì bassi – commenta Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il Dl 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale, dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici”.

Analizzando più in dettaglio – riferisce Gimbe – nelle ultime 4 settimane la circolazione virale risulta aumentata in tutte le Regioni e Province autonome. Secondo l’ultimo aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza integrata Covid-19 dell’Istituto superiore di sanità (Iss), rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 22 casi per 100mila abitanti, l’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 10 casi per 100mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 78 nella fascia 70-89 anni, fino a 83 negli over 90. “Una distribuzione – spiega Cartabellotta – che riflette la maggiore attitudine al testing con l’aumentare dell’età, confermando i fattori di sottostima della circolazione virale”.

Quanto alle varianti circolanti – si legge nel Report Gimbe – appartengono tutte alla famiglia Omicron. Nell’ultimo report dell’European centre for disease prevention and control (Ecdc) del 7 settembre 2023 non vengono segnalate “varianti di preoccupazione”, ma solo “di interesse”. In Italia, l’ultima indagine rapida dell’Iss, effettuata su campioni notificati dal 21 al 27 agosto 2023, riporta come prevalente (41,9%) la variante EG.5 (cd. Eris), in rapido aumento in Europa, Stati Uniti e Asia. “Le evidenze disponibili – spiega il presidente Cartabellotta – dimostrano che Eris ha una maggior capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale, che ne favorisce la rapida diffusione. Sul maggior rischio di malattia grave di Eris ad oggi non ci sono studi”.

Riguardo alla campagna vaccinale il report Gimbe sottolinea come il 1° settembre 2023 è stato interrotto l’aggiornamento della dashboard sulla campagna. Di conseguenza, non è possibile riportare aggiornamenti periodici, ma solo rilevare che di fatto la somministrazione dei vaccini è sostanzialmente residuale, sia come ciclo primario sia come richiami.