E’ braccio di ferro fra i Comitati Salvalago, la Siot e le ambiguità della Regione
Domani a Udine i i Comitati Salvalago faranno il punto sulla questione Siot e il lago dei Tre Comuni in un incontro con la stampa presso il palazzo della Regione. Si legge nell’invito: “Dopo aver sconvolto il lago con lo scarico gelido e fangoso della centrale idroelettrica, l’oleodotto con la stazione di pompaggio, la devastante autostrada con l’impattante viadotto e l’inquinamento acustico e atmosferico, ora “regaleranno” alla valle pure gli scarichi inquinanti dei cogeneratori a metano della SIOT”. Una vicenda che da mesi tiene banco e che ha visto giovedì scorso 5 agosto il Comitato Salviamo il Lago dei Tre Comuni indire un incontro pubblico presso la Piazza di Alesso di Trasaghis per approfondire e discutere del progetto della SIOT e delle altre vicende che riguardano il lago. L’incontro è stato molto partecipato con circa 150-200 presenti, provenienti non solo dalle comunità rivierasche ma anche dai comuni limitrofi. Numerose anche le autorità locali tra cui i consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Maria Grazia Santoro, il sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, il sindaco di Bordano Gianluigi Colomba con tutta la giunta, il vicesindaco di Forgaria nel Friuli Luigino Ingrassi, un esponente di Legambiente e Giacomo Genovese in rappresentanza a Friday for future Carnia. La SIOT, Società Italiana Oleodotto Transalpino, spiegano in una nota i rappresentanti del Comitato Salviamo il Lago dei Tre Comuni, è di proprietà della società multinazionale Trans-Alpinen Leitung (TAL), un consorzio di otto compagnie petrolifere i cui attuali azionisti sono: OMV, Shell, ExxonMobil, Ruhr Oel, Eni, BP, ConocoPhillips e Total. Il suo progetto prevede la costruzione di due centrali di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e di calore da fonti fossili, metano, nella stazione di pompaggio a nord del lago. Questo permetterebbe a SIOT di essere energeticamente autonoma e permetterebbe di fluidificare il petrolio per veicolarlo più velocemente in Austria. Oltre al comune di Cavazzo Carnico, il progetto interesserà anche Paluzza, Cercivento, Reana del Rojale e San Dorligo della valle con impianti analoghi. Le due centrali saranno costituite da due camini di 15 e 16 metri di altezza che andranno a emettere in atmosfera polveri sottili e gas composti da anidride carbonica, anidride solforosa, ossidi di azoto; in questo modo si implementerà di 28 000 t/anno (fonte Agenzia per l’Energia) andando a implementare l’inquinamento della vallata già soggetta agli scarichi dell’autostrada A23. La centrale prevista a Cavazzo Carnico è già stata approvata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nonostante il no dei comuni che si sono trovati in difficoltà, non a difendersi dalla SIOT, ma dalla Regione stessa. Il comune di Paluzza ha fatto richiesta all’Agenzia per l’Energia (APE) di effettuare uno studio del progetto e delle ricadute che avrà a livello ambientale. L’Agenzia per l’Energia infatti fornisce informazioni indipendenti, tempestive, rilevanti ed affidabili e supporto ai principali soggetti politici, economici ed ai cittadini in materia di risparmio ed efficienza energetica e di utilizzo delle fonti rinnovabili di energia. Dallo studio emerge che il progetto SIOT avrà un impatto ambientale pesantissimo e un aumento ingiustificato dei consumi. È quindi un’evidente speculazione finanziaria che ha interessi di natura economica senza evidenti benefici né per l’ambiente né per i cittadini. Fino ad ora Legambiente non si era espressa al riguardo. All’incontro un suo esponente ha ammesso di aver preso tempo per studiare il progetto e informarsi sulle reali conseguenze. La pubblicazione dello studio dell’Agenzia per l’Energia ha fatto però luce su vari aspetti di carattere ambientale, sostenendo così la posizione dei comuni contrari. Sono intervenuti all’incontro anche i consiglieri regionali Massimo Moretuzzo e Maria Grazia Santoro. Entrambi hanno ribadito come il documento dell’APE abbia cambiato le carte in tavola. Inoltre hanno sottolineato l’importanza della valorizzazione turistica del lago già iniziate con La Carta del Lago, firmata in regione pochi mesi fa, e il proseguo di attività volte a incentivare lo sviluppo turistico della Val del Lago. Infine c’è stato l’intervento di Giacomo Genovese, in rappresentanza dei Friday for Future Carnia. Genovese ha voluto ricordare, si legge sempre nella nota, che ad oggi l’uso di combustibili fossili, come il metano, è fortemente sconsigliato. Anzi, ridurre le sue emissioni è auspicabile nel breve tempo per scongiurare l’aumento della temperatura del pianeta nei prossimi 20 anni. L’auspicio di tutti i cittadini è quello che i comuni facciano ricorso al TAR per fermare questo progetto che come già sottolineato non porterà benefici ma soltanto danni al territorio. Proprio al fine di fare ricorso al TAR da parte dei comuni, è stata avviata una raccolta firme a cui tutti, residenti e non, sono invitati a partecipare nella speranza di fermare questo progetto ambientalmente distruttivo.