Plagio del traballante carro propagandistico del Comitato Udine Sicura: De Toni & c firmano in Prefettura il protocollo “Sicurezza Partecipata”
Come succede spesso la politica spera che cittadini, ma soprattutto la stampa, siano disattenti e nel caso della seconda correi. E’ così in Fvg per le vicende sulla gestione della salute, che vede la giunta Fedriga responsabile di una intollerabile politica di disfacimento della sanità pubblica, ma purtroppo vede ora anche la giunta di centro sinistra del Sindaco De Toni macchiarsi di simile responsabilità sul tema sicurezza, non solo andando in sostanziale continuità con le politiche securitarie della destra meglio rappresentata da Fontanini, ma addirittura facendo propria la proposta del sedicente comitato “Udine sicura” nato mesi fa con lo scopo, non dichiarato ma palese, di influenzare la politica della appena nata giunta di centrosinistra contando su una rete di amici e conoscenti comuni e sulla carenza di idee che, purtroppo, sembra caratterizzare alcuni assessori. A titolo di promemoria quindi, prima di dare “fiato” alle dichiarazioni odierne di sindaco,vicesindaco e assessora alla “sicurezza” (che trovere in calce) ricordiamo come era nato il Comitato “Udine Sicura” al quale il protocollo firmato oggi in prefettura sembra voler dare risposta, più che ai cittadini. Tutto ci è stato fatto credere era nato “spontaneamente” da un gruppo WhatsApp attivato per chiedere maggiore sicurezza nella città di Udine evocata come una sorta di Sin City, luogo fantasy location prima di un fumetto e poi di un film di successo, una città nera, dove la notte non tramonta mai, abitata da una schiera di personaggi più cupi della notte stessa.
Così sul carro del comitato sono saliti personaggi più o meno noti, compresi una parte di facoltosi imprenditori più preoccupati dei loro affari che della sicurezza di studenti e pensionati, alcuni fra l’altro smemorati del fatto che la sicurezza, fino a pochi mesi prima, era appannaggio della giunta a loro certamente più vicina, ma incapace, evidentemente, di garantire la Udine immobile che loro sognano. Del resto erano stati gli stessi associati al Comitato ad annunciare che, una volta consolidata la struttura, sarebbe nato un consiglio di gestione molto inclusivo, partecipato quindi, che potesse rappresentare il più alto numero di realtà possibili. Tutti i sottoscrittori, dicevano, “potranno dare loro importante contributo nel segnalare situazioni di disagio per porre soluzioni per migliorare la sicurezza in città, ma non ci vogliamo sostituire alle forze dell’ordine, anzi ribadiamo che è necessario chiamare il 112 nel caso ci si trovasse di fronte a episodi di delinquenza o presunti tali”. Un vero plagio è stato perpetrato dato che queste parole sembrano essere state copiate nel protocollo con il quale la giunta di Centrosinistra ha pensato di superarli “a destra”. Del resto erano stati gli stessi promotori del Comitati a fare il nome come possibile loro referente dell’assessora Rosi Toffano al fine, dicevano, di poter proporre trovare soluzioni a 360 gradi che possano portare un miglioramento della qualità di vita di tutti gli udinesi. “Sul piatto, spiegavano, mesi fa, anche l’ipotesi di un protocollo che si ispiri al “Controllo di vicinato” che è uno strumento di prevenzione della criminalità, che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con le forze di polizia statali e locali”. Bene detto fatto e l’idea meravigliosa nata a destra, passando per la giunta di centrosinistra (se pur con qualche mal di pancia) diventa realtà. Per fortuna è auspicabile che alla fine tutto si sgonfi in una improbabile inutile struttura di finta intelligence, con apprendisti detective e una “scuola di polizia” degna dell’omonimo film comico. Insomma speriamo sia solo una trovata propagandistica, di cui però non si sentiva il bisogno, perchè magari non è di delatori e sentinelle che hanno bisogno i quartieri di Udine, ma di maggiore politiche di inclusione sociale e luoghi di aggregazione giovanile ben gestiti in nome di cultura e sport.
Ma non vogliamo deludere la giunta di Udine, anche se troverà certamente enorme, quanto acritico eco, sulla stampa locale. Diamo quindi anche noi spazio alle dichiarazioni del trio De Toni-Venzanzi-Toffano, ma come si è capito senza unirci al “coro”, nella speranza che non siano insensibili al ridicolo e non facciano, in futuro, quando il sistema si rivelerà una enorme ca**ata, come le famose simpatiche tre scimmiette del “non sento, non vedo, non parlo”.
Fabio Folisi
Ecco i pensierini sul tema:
Il Sindaco di Udine Alberto Felice De Toni:
“L’operazione di oggi si inserisce in un contesto di partecipazione alla sicurezza da parte dei cittadini e di maggiore dialogo fra l’amministrazione comunale e i nostri quartieri. Grazie a questo protocollo i cittadini assumono un ruolo attivo per il contrasto al degrado urbano e all’illegalità del loro quartiere. Chiunque può partecipare al miglioramento della propria città, del proprio quartiere, della propria strada, in poche parole della propria qualità della vita.
L’obiettivo è di aumentare la possibilità di osservazione dei casi che possono essere potenzialmente pericolosi e segnalarli tempestivamente alla polizia locale. L’attività insieme ai cittadini, che saranno selezionati con criteri specifici e adeguatamente formati, si inserisce nel contesto di sviluppo del decentramento e l’invito alla partecipazione. Presto infatti proseguiremo con sette assunzioni di personale della polizia locale, destinate proprio al presidio dei quartieri udinesi”.
Il Vicesindaco e Assessore alla Polizia Locale Alessandro Venanzi:
“La firma sul protocollo di Sicurezza Partecipata è la prima tappa importante di un percorso che punta a rendere le cittadine e i cittadini di Udine un punto di contatto fondamentale tra le forze di polizia che si garantiscono la sicurezza pubblica e il territorio.
Abbiamo lavorato fin da subito assieme al Prefetto Domenico Lione per la creazione di un protocollo senza preconcetti ideologici, ma con un deciso spirito pragmatico, che mettesse in primo piano la sicurezza dei cittadini e il loro benessere, a partire dai quartieri che sono il vero cuore pulsante della nostra città”.
L‘Assessora alla Sicurezza partecipata Rosi Toffano:
“È il principio di solidarietà a dettare le linee del protocollo firmato oggi presso gli Uffici del Governo. Abbiamo lavorato a fondo sin dal primo giorno del nostro mandato con il fine di creare uno strumento che potesse aumentare il senso di sicurezza dei cittadini e allo stesso tempo renderli partecipi in prima persona come punto di collegamento nei quartieri. La solidarietà porta alla creazione di reti tra cittadini con interessi e responsabilità comuni.
Un protocollo di questo tipo è una realtà in diverse città italiane ed europee, ma rappresenta un’assoluta novità sul territorio del Friuli Venezia-Giulia. Si tratta infatti di un documento sviluppato dal principio su un’idea di decentramento che si sovrappone perfettamente con la città di Udine”.