Giornata mondiale delle vittime amianto: Chi parla quando parlo io

Non può essere, ancora una volta, una giornata di testimonianze indirette, quelle che si terranno il 28 aprile, giornata mondiale delle vittime amianto. Importanti, ma che rimangono solo parole se non accompagnate da decisioni politiche conseguenti. Richieste e necessità, che da anni rimangono senza risposta, dove il silenzio regna, e nel silenzio vengono prese decisioni penalizzanti per i lavoratori esposti di ieri e di oggi. In questi giorni sono stati eletti i nuovi Consiglieri Comunali, il Sindaco della città di Monfalcone, Loro, saranno i responsabili della salute di tutti i cittadini. Saranno chiamati alla scelta, e Loro sarà la responsabilità, tra la continuità o la svolta, per dare risposte ai tanti punti lasciati da “quelli di prima, che hanno amministrato negli ultimi 9 anni”. Una affermazione scontata che certifica gli schieramenti a scapito della gente. Quindi, vado oltre, e a Loro tutti, ricordo: manca una legge “zero amianto” per l’acqua potabile; manca una legge per i rifiuti per i tubi di cemento amianto; serve intervenire per cancellare la decisione del Governo, di regalare 80 milioni di euro, soldi pubblici, ad una azienda riconosciuta colpevole delle morti di amianto, di cui, molti cittadini di Monfalcone; venga messa la parola “vittime” sulla targa della sede del Municipio, parola che è sostanza, indica che ci sono stati dei responsabili già riconosciuti colpevoli e già condannati per quei omicidi; a nove anni dall’inaugurazione, manca un ruolo regionale del Crua; infine, ricordo il silenzio sul Centro transfrontaliero europeo di ricerca e prevenzione amianto e fibre artificiali vetrose.
Amianto mai più, da urlare, rispetto:
– alla Direttiva UE del 2017 in materia di sostanze cancerogene dove sono stati ridefiniti i valori limite di esposizione. I valori limite, molto alti, aprono la strada a veri e propri disastri umani. I lavoratori avranno l’illusione di essere protetti, ma in pratica questi valori limite si trasformano in una “autorizzazione a uccidere” che l’Europa concede alle imprese;
– sull’impiego di “Fibre ceramiche refrattarie” sui sommergibili e sulle navi della Marina Militare, come risulta dalla documentazione di Contramianto di Taranto;
-sui rifiuti di Fibre artificiali vetrose, classificati cancerogeni, sulla nave passeggeri Concordia, attestato dall’Inail nel convegno nazionale porti del 2017;
Una conferma dell’utilizzo, anche, di materiali cancerogeni in sostituzione dell’amianto. Non parlare, nascondere è corresponsabilità. SVEGLIA!!!
In rapporto ai materiali usati vanno adeguate le regole di prevenzione, gli indumenti protettivi e gli spogliatoi diventano una questione di salute personale e pubblica, diventano una questione sociale. In mancanza, vengono mandate al macello le persone. Come primo atto, l’Amministrazione Comunale, prenda la decisione che: la prevenzione della salute e della sicurezza sui posti di lavoro e a casa, sia la spina dorsale della transizione e del futuro sviluppo; che vengano usati solo materiali sicuri per la salute dei lavoratori.
A tale fine, dopo 5 anni, venga convocato il Tavolo permanente amianto, chiamando al lavoro tutte i soggetti di interesse.
Luigino Francovig