Giunta regionale delibera piano emergenza. Il sindacato dei medici boccia il provvedimento
E infine la Giunta regionale ha deciso che la Centrale del soccorso sanitario rimanga unica con sede a Palmanova, cassando così il ritorno del 118 a Trieste.
Decisione che è stata presa senza tener conto che da quando è stata attivata la Centrale unica in Friuli i disservizi e ritardi di soccorso si sono moltiplicati con le intuibili conseguenze sui malati o feriti. Perché arrivare in 10- 15minuti quando prima se ne mettevano 4 – 5 fa la differenza quando si tratta di soccorrere un arresto cardiaco o un’emorragia o tante altre patologie tempo dipendenti.
C’è un libro bianco che ha raccolto centinaia di casi di errori, disservizi e ritardi accaduti in questi 7 anni, ma neppure fatti gravissimi e tutti puntualmente documentati sono serviti a smuovere la Giunta Fedriga, che nel deliberare il nuovo PEU – Piano di Emergenza Urgenza –si è ostinata a mantenere un “modello” che fa acqua da tutte le parti.
L’AAROI EMAC – il sindacato che rappresenta i medici che nel sistema di emergenza ci lavorano, boccia il provvedimento della Giunta parlando di un Piano “ormai vecchio ed incompiuto…in una operazione di buoni propositi difficilmente realizzabili e di maquillage palliativo ai veri problemi del sistema.”
In questo contesto pare assai goffo il tentativo della maggioranza di addolcire la pillola annunciando che Trieste avrà in cambio la Centrale 116117, il nuovo numero per l’accesso alle cure mediche non urgenti, che in pratica non è altro che il centralino della guardia medica, anch’ esso regionalizzato, cioè unico per l’intera regione, con sede a Trieste, dove arriveranno le chiamate per guardia medica da tutto il Friuli, dall’isontino, dalla montagna. E che visto com’è andata con il 118 è facile prevederne il fallimento.
Forse la Giunta regionale pensa che i triestini abbiano l’anello al naso?
Ai triestini interessa che le ambulanze, le automediche arrivino presto, come una volta, non interessa lo scambio, la spartizione campanilistica delle strutture, interessa che i servizi essenziali funzionino.
Ma nonostante il quadro sia desolante forse c’è ancora qualche speranza, seppure esilissima. Infatti, la delibera della Giunta è “preliminare”, ovvero il Piano dovrà essere esaminato dai Comuni e dalla Commissione consiliare competente, e solo dopo questi passaggi andrà alla definitiva approvazione della Giunta.
Cosa si può fare?
Protestare, protestare, protestare… e segnalare, denunciare ritardi e disservizi di soccorso sui social, sulla stampa, in TV, ma anche ai partiti, ai consiglieri regionali e comunali. Serve la mobilitazione di tutti perché sono in gioco salute e sicurezza di tutti.
Walter Zalukar
Associazione Costituzione 32