Gran finale di Stagione per il Teatro Verdi di Pordenone
Gran finale di Stagione per il Teatro Verdi di Pordenone prima dell’avvio del ricco programma estivo, che venerdì 26 maggio suggella il cartellone di quest’anno con l’opera lirica. In scena alle 201.15 l’Otello di Giuseppe Verdi in un allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, per la regia di Giulio Ciabatti e sul podio come Maestro Concertatore e Direttore il giovane e apprezzatissimo Gaetano Lo Coco che a soli 27 anni lavora stabilmente con orchestre e teatri d’opera a livello internazionale. Dramma del tradimento, di tremende congiure e cieca gelosia, Otello segnò nel 1894 il ritorno di Giuseppe Verdi alla lirica dopo tredici lunghissimi anni. Il genio di Busseto aveva, infatti, debuttato nel 1871 con Aida ma, a dispetto del folgorante successo ottenuto e della sua enorme popolarità, si era fermamente convinto di porre fine alla sua attività di compositore di melodrammi. A fargli cambiare idea, dopo lunghe insistenze, furono l’editore Giulio Ricordi e lo scrittore Arrigo Boito, ma soprattutto l’ammirazione che Verdi nutriva per Shakespeare, sulle cui tragedie aveva già composto in precedenza il Macbeth. Otello debuttò al Teatro dell’Opera di Parigi, accolto trionfalmente dal pubblico e dalla critica. Dopo quasi 130 anni dalla sua prima rappresentazione, questa splendida opera giunge a Pordenone per suggellare il cartellone di quest’anno. Nei ruoli principali il giovane tenore georgiano, ma di studi italiani, Mikheil Sheshaberidze e come Desdemona la soprano Mariangela Sicilia. Nel ruolo chiave di Jago il baritono italiano Elia Fabbian mentre Cassio è interpretato dal tenore coreano Mario Bahg, al suo debutto con quest’opera in Italia e nel ruolo. Completano il cast il mezzosoprano Alessandra Gambino che interpreterà Emilia, il basso genovese Giovanni Battista Parodi come Lodovico, il tenore Enzo Peroni come Roderigo e Fulvio Valenti nel ruolo di Montano. Grandi voci per un Otello che la regia di Ciabatti vuole scuro, potentemente tragico, senza redenzione. «Un chiostro di colonne e al centro una pedana. Casto altare, piattaforma, talamo, zattera sulla quale va alla deriva la vanità dei sogni nella notte oscura del mondo», spiega il regista. «Desdemona e Otello sono entrambi ostaggio della legge dei padri, degli interessi del Senato, delle lusinghe e delle adulazioni. Prede delle rivalità, dei risentimenti, dell’orgoglio offeso, della rispettabilità tradita, che fa di loro un barbaro errabondo e una smaliziata veneziana. La loro innocenza, la purezza delle loro scelte, è messa in dubbio, contaminata e corrotta dagli sguardi del mondo esterno». Spicca, come detto, la presenza sul podio del giovanissimo M° Gaetano Lo Coco. Classe 1996, Lo Coco – diplomato in direzione d’orchestra presso l’Università̀ della Musica e delle Arti dello Spettacolo di Vienna (MDW) – ha debuttato a vent’anni alla Cadogan Hall di Londra dirigendo Il Barbiere di Siviglia nell’ambito del Rossini 2016 Young Artists’ Opera Festival. Da allora, ha diretto orchestre a livello internazionale quali la Lithuanian State Symphony Orchestra, Slovak Radio Symphony Orchestra, State Symphony Orchestra “Novaya Rossiya” di Mosca, Moravian Philharmonic Orchestra e l’Ensemble Ultreia al Wiener Konzerthaus. Nel 2022 ha lavorato al Nabucco con Plácido Domingo, María José Siri al Musikverein di Graz.
In scena per Otello anche il Coro I Piccoli Cantori della Città di Trieste diretti dal M° Cristina Semeraro. Maestro del Coro del Teatro Verdi di Trieste Paolo Longo.