Il virus non accetta bustarelle e non si intimidisce con le minacce…. è panico in certa politica
Prima di concentrarci sulle ragioni generali della crisi drammatica determinata da Covid-19 diciamo che il virus ha improvvisamente messo a nudo fino in fondo la debolezza del nostro sistema sanitario e la poca lungimiranza della politica nell’insistere a voler trattare il Sistema Sanitario Nazionale come un’entità essenzialmente economica alla ricerca dell’efficienza e dei risparmi, nonché, ottimo metodo per dirottare enormi capitali verso realtà private, fattore di per se non sempre negativo, ma che lo diventa se invece di puntare al meglio si abbassano le prestazioni dei modelli di assistenza e cura piegati alle logiche del profitto. Diciamo anche che le palesi difficoltà odierne di certa politica nascono dalle caratteristiche del Covid, un nemico abile ed insidioso, che ha spiazzato, non la scienza che ha correttamente reagito, ma proprio i gestori della politica locale, soprattutto quelli più spregiudicati abituati a mascherare le proprie inefficienze con propaganda e perfino fake news. Ma costoro questa volta non hanno fatto i conti con il virus che, non solo non cede alle “lusinghe”, ma non è corruttibile. Il Virus, non accetta bustarelle e soprattutto non si lascia intimidire da minacce di querele, telefonate agli editori, minacce di blocco della carriera e non si lascia neppure affascinare dalle lusinghe di promozioni e comode e ben remunerate poltrone. Il virus se ne frega, si piega ma non si spezza, al massimo rallenta, pronto ad ogni cedimento dell’avversario a tornare più virulento e forte di prima, muta e colpisce fra un assembramento e un aperitivo. L’unico modo che si ha per sconfiggerlo è fare funzionare le cose, i vaccini innanzitutto. Ma per farli non si può lasciare il comando a chi ha già dimostrato tutti i suoi limiti ed incapacità di programmazione sfuggendo alle responsabilità e soprattutto non più con il sistema di sanità decentrato. Quanti morti in più da quelli che il virus comunque farebbe dobbiamo patire prima di prendere atto che, come l’esperienza vissuta ha dimostrato, i piccoli principati della sanità, oltre a mettere a rischio l’uguaglianza dei cittadini rispetto alla salute, si sono dimostrati inefficaci nel fronteggiare la pandemia. Sappiamo purtroppo però che anche l’evidenza dei fatti si scontra con le alchimie della politica, con le promesse elettorali, con l’incapacità di categorie economiche di vedere oltre il proprio naso. Così in futuro ci aspettiamo che saranno molti a cercar di far vedere il bicchiere mezzo pieno. Sarà facile tutto sommato avendo il controllo dei media, basterà spiegare, ad esempio in Friuli Venezia Giulia, che gli oltre 3000 morti, e Dio non voglia possibili 4000, dinnanzi ad una popolazione di 1,2 milioni di persone sono tutto sommato una percentuale risibile, puntando magari sull’euforia dei più, quando l’incubo, grazie alla scienza, farà finito. Insomma si punterà ancora una volta sull’effetto rimozione e smemoratezza. Noi però, sempre che peste non ci colga (visto come va il piano vaccinale non è evenienza remota), saremo lì come un segnalibro nelle pagine della storia a ricordare quanto è avvenuto. Forse non sarà sufficiente, ma di più non possiamo fare, anche perchè ci manca il sostegno, non ultimo quello economico, di chi preferisce cercare visibilità, con il piattino in mano, dai soliti ma ben consolidati media “noti”.
Fabio Folisi