In Consiglio regionale domani si parla del Tagliamento e delle soluzioni per la sua messa in sicurezza. L’associazione A.c.q.u.a anticipa le sue proposte
Domani si svolgerà in IV commissione del consiglio regionale a Trieste una audizione in merito, si legge testualmente nella convocazione, alle progettualità relative alle soluzioni idrauliche ipotizzate per la messa in sicurezza del fiume Tagliamento. L’audizione vedrà “protagonista” l’Assessore Scoccimarro e alcuni soggetti del territorio: – Sindaci dei Comuni di Pinzano al Tagliamento, Ragogna, Codroipo, Forgaria nel Friuli, San Daniele del Friuli, Dignano, Spilimbergo, Osoppo, Bordano, Vito d’Asio; – Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali.Previsto l’ascolto delle associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, Italia Nostra, Amici della terra) e l’Associazione A.c.q.u.a che ci ha trasmesso una nota anticipando quanto diranno domani.
E’ d’obbligo una premessa: A.C.Q.U.A. è un sodalizio nel 2001 per iniziativa di tre soggetti Renzo Bortolussi, che ne è attuale presidente, Mirko Daffara e l’arch Giorgio Caregnato. Nel tempo molte sono state le attività del sodalizio che è cresciuto nel tempo con lo scopo primario di “custodire” il fiume Tagliamento. Nel recente periodo, l’Associazione ha voluto creare una sorta di cronistoria documentale delle attività svolte sia a tutela del Fiume Tagliamento e non solo. Tale volontà è sfociata nella pubblicazione del libro “Non solo casse”, volume consegnato al Presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, nonché a tutti gli assessori regionali della scorsa legislatura: Il volume, spiegano dall’associazione, è stato acquistato in numerose copie anche da Enti pubblici ed inviato al Capo dello Stato, Sergio Mattarella che ha trasmesso una lettera di plauso per l’impegno dedicato negli anni nella salvaguardia del fiume Tagliamento.
Fatta questa premessa l’associazione si dichiara orgogliosa di aver guidato la contestazione che ha consentito di bloccare quello che A.C.Q.U.A. definisce “il mostruoso progetto denominato “casse d’espansione” previsto nel medio Tagliamento, uno scempio annunciato che avrebbe inutilmente devastato il Fiume”. Ci sono voluti tre lustri, spiegano dall’associazione, per capovolgere un progetto che aveva all’inizio il favore di amministrazioni locali e altri ma che avrebbe irreversibilmente stravolto il corso d’acqua e persino aggravato quegli stessi pericoli che erano stati concettualmente previsti elaborati per la protezione di Latisana e dintorni. Come è noto, ricordano dall’associazione l’Amministrazione comunale di Latisana invece di ammettere l’errore continuò a perorare una causa sbagliata. “Solo per puro caso, spiega nella nota Renzo Bortolussi, siamo venuti a conoscenza di inviti a Sindaci del medio Tagliamento e altri soggetti interessati, a un incontro promosso dalla IV Commissione regionale per trovare soluzioni atte a tutelare la collettività dalle insidie di alluvioni. Viste le premesse, siamo rimasti molto sorpresi nell’apprendere che l’Associazione Onlus ACQUA non era stata annoverata tra i soggetti interessati alla convocazione. Non possiamo pensare che il “mancato” invito sia stato artatamente voluto. Però resta da capire il perché di questa prima esclusione? Perché non si era ritenuto necessario ascoltare le nostre conoscenze del Tagliamento? Con le competenze e le esperienze acquisite in tanti anni di lotte e contatti con altre realtà, le quali non solo hanno permesso di salvare il fiume da deturpanti propositi ma hanno fatto si che le somme destinate alle casse venissero dirottate per proteggere Latisana e luoghi circostanti (a es. con le diaframmature degli argini)”.
“Recentemente, aggiunge Bortolussi, abbiamo distribuito dodicimila copie di un manifestino per comunicare alla popolazione rivierasca che, malgrado le ultime alluvioni accadute in varie regioni d’Italia, il nostro fiume Tagliamento ha invece contenuto le sue acque dentro gli argini malgrado le scarse manutenzioni da eseguire lungo il suo corso con relativi sghiaiamenti e la rimozione della vegetazione cresciuta abbondantemente nel suo letto con idonei dragaggi fino alla foce. Sarebbe altresì da chiedersi o chiedere alla Regione come mai il progetto Serteco non ha mai preso nessun decollo, malgrado l’importanza e il rigore degli studi di fattibilità dell’Università di Padova, realizzati con un plastico sperimentale qualche decina d’anni fa e pagato dalla stessa Regione! Tale studio ha dimostrato che, fisicamente, nel Tagliamento sarebbero potuti transitare seimila metri cubi secondo semplicemente collegando le due anse del cul de sac del fiume a valle del Cavrato, quindi ben oltre i 4000 mc/s giustificati per erigere opere a monte. Evidenziamo ancora che il nostro fiume è stato preso a modello per rinaturalizzare l’Isar, un fiume affluente del Danubio, che attraversa Monaco di Baviera il quale, da quando è stato riportato a uno stato “naturale”, investendo decine di milioni di Euro, non è più esondato laddove prima era stato brutalmente canalizzato”. “In ogni caso, chiosa Bortolussi, con i nostri Ingegneri Antonio Del Zotto e l’idrogeologo G.P. Droli avevamo proposto, già nello scorso 2011, in convegno promosso dall’associazione, una traversa laminante sotto un nuovo ponte sul Tagliamento in località Spilimbergo-Dignano. La relativa relazione contemplava di trattenere circa dieci milioni di cubi d’acqua con una traversa ondulata a luci fisse (NO paratie mobili) che avrebbe consentito al fiume di passare indisturbato in tempi “normali” e permesso una laminazione in caso di piena”. “A conclusione, spiega Bortolussi che ripeterà le sue tesi alla IV Commissione, i rimedi ci sono e ictu oculi evidenti, in passato a esempio membri professionisti di questo sodalizio sono stati indicati a formare commissioni comunali integrate e in tale ruolo hanno approvato progetti per i prelievi di ghiaie dai fiumi con un doppio beneficio sia per aumentarne la capienza per il deflusso delle acque che per introitare alle casse comunali i diritti di prelievo. E’ pertanto scandaloso che si continui a estrarre litoidi dai terreni in aree agricole”.