Industria cartaria, grafica e stampa decelera in Fvg. Confindustria Udine resta fiduciosa: “Con il divieto della plastica monuso il futuro sarà della carta”
In FVG, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, l’industria cartaria e grafica, che occupa 4.065 addetti (al 31 marzo 2019), dopo aver registrato nel 2017 una crescita dei volumi produttivi del +3,9% rispetto al 2016 – sostenuta dalla domanda interna e dalla ripresa delle esportazioni (+8,5%) – ha decelerato nel 2018 segnando un aumento più contenuto, +1,3%, con un lieve calo delle vendite all’estero (+6,3%, da 239 a 254 milioni di euro). Nel primo trimestre del 2019, la fase espansiva ha segnato una forte battuta d’arresto: l’indicatore della produzione, infatti, è crollato del -10,7% in regione e del -1,8% in provincia di Udine.
Sono i dati congiunturali salienti del settore emersi a palazzo Torriani nel corso della riunione del gruppo Cartarie e Grafiche di Confindustria Udine, presieduto da Maria Teresa Tonutti.
“Ad ogni modo – ha commentato la capogruppo Tonutti – il trend, in particolare per la cartotecnica e gli imballaggi, dovrebbe mantenersi positivo. Alla luce della recente normativa europea che vieta l’utilizzo della plastica monouso dal 2021, il comparto della carta sta intensificando la ricerca su materiali e fibre alternative alla plastica puntando su prodotti biodegradabili, naturali ed eco-sostenibili. La percezione che abbiamo è che ci sarà un impiego crescente di carte, cartoni e cartoncini”.
A livello di interscambio commerciale del comparto cartario nel FVG, la Germania si conferma il primo Paese di destinazione, nonostante il calo delle esportazioni registrate nel 2018, -8,2% (da 64 a 59 milioni di euro), dopo aver segnato nel 2017 una crescita del +5,2%. Seguono la Francia (+12% sempre nel 2018 con 35 milioni), la Slovenia (+64,9%, 22 milioni), la Spagna (-0,6%, 21 milioni), il Belgio (+5,1%, 15 milioni), la Polonia (+21,7%, 11 milioni). Le importazioni nel 2018 sono cresciute del +14,6%, da 252 a 289 milioni di euro, superando per il secondo anno consecutivo le esportazioni. Primo paese di provenienza è il Brasile (+33,9%, 58 milioni), seguito da Austria (+19,8%, 46 milioni), Germania (+4,3%, 44 milioni) e Svezia (+36,1%, 34 milioni).
Non mancano le nubi all’orizzonte. Secondo Assocarta l’aumento dei costi delle cellulose, a livello internazionale, ha rappresentato una vera e propria emergenza nei conti aziendali. Tra dicembre 2016 e 2018, le quotazioni (in euro) delle cellulose hanno registrato aumenti complessivi del 140% (fibre lunghe) e del 150% (fibre corte). Invece i prezzi dei prodotti cartari, a seconda della qualità, presentavano incrementi compresi tra un +2% e un +17% a seconda delle diverse tipologie.
Un forte incremento di costi deriva anche dai prezzi della CO2, cresciuti di oltre il 250% in un anno. Ha confermato la capogruppo Tonutti: “La sfida per le aziende della carta non è ora solo quella della produttività, ma anche dell’abbattimento delle emissioni di CO2, come chiesto dall’accordo di Parigi sul clima. Le cartiere italiane hanno colto questa sfida raggiungendo i livelli di efficienza energetica più alti al mondo e abbandonando completamente le fonti fossili più inquinanti a vantaggio della migliore fonte di cui disponiamo: il gas naturale. A tale riguardo, purtroppo, il prezzo del gas, in Italia, continua a scontare un pesante differenziale rispetto al prezzo pagato dai concorrenti europei delle cartiere”.