Inps Udine, emergenza organici: perso un quarto dei dipendenti. Sos di Cgil-Cisl-Uil: «A rischio anche l’ordinaria amministrazione
Quasi un dipendente su quattro perso nel giro di quattro anni, quelli compresi tra il 2019 e il 2022. Quadriennio che si concluderà, in assenza di nuove assunzioni entro l’anno, con un bilancio di 55 uscite, nella stragrande maggioranza dei casi per pensionamento, e soltanto 8 assunzioni, tutte nel 2019. In questi numeri tutta la gravità dell’emergenza organici con cui devono fare i conti la direzione e le sedi territoriali dell’Inps in provincia di Udine. A lanciare l’allarme, dopo l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal comitato provinciale Inps (con l’astensione del direttore provinciale), le segreterie territoriali Cgil, Cisl e Uil. «Alla luce di questi numeri – sostengono Emiliano Giareghi (Cgil), Luigi Oddo (Uil), Renata Della Ricca e Franco Colautti (Cisl) – è evidente l’impossibilità, per l’istituto, di garantire l’operatività degli sportelli e un’adeguata risposta alle richieste di lavoratori, pensionati e cittadini. Il tutto a fronte di una ingente richiesta di servizi, legata alla pandemia, che ha fortemente incrementato il numero di misure e prestazioni gestite dall’Inps».
La progressiva crescita del canale digitale, grazie alla diffusione delle utenze Spid fra i cittadini, non basta a compensare le difficoltà nell’erogazione dei servizi agli sportelli dell’istituto, che in provincia di Udine, oltre alla Direzione provinciale, opera attraverso le agenzie di Tolmezzo, San Daniele, Cervignano e i punti Inps di Cividale e Codroipo. Il personale attualmente consta di 164 unità: 134 a Udine (compresi 6 sanitari, 1 medico, 2 avvocati e 3 dirigenti), 7 a Tolmezzo, 11 a San Daniele e 12 a Cervignano. Personale che garantisce anche l’indispensabile operatività dei punti Inps e che a fine anno scenderà di ulteriori 11 unità, visti i pensionamenti in scadenza di qui a dicembre.
Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’appello del comitato, che chiede all’istituto di «intervenire urgentemente al fine di assicurare la regolare funzionalità di tutte le sedi sul territorio, con particolare attenzione a che l’assegnazione di nuove risorse umane, espletate le procedure concorsuali bandite dall’Inps per i profili amministrativi, sanitari, legali, tecnici ed informatici, avvenga in modo consono ed adeguato alle esigenze». A rafforzare questa esigenza, per Cgil-Cisl-Uil, un flusso di uscite che proseguirà ai ritmi attuali anche nei prossimi anni, l’elevata età media del personale, le dimensioni della provincia (521mila residenti su un’area di 5mila km quadrati) e le attività aggiuntive affidate alla sede provinciale, che è anche polo regionale per le pensioni e le ricostituzioni in regime internazionale e per i servizi di credito. «Ove non si provvedesse con tempestività ai necessari interventi – concludono Giareghi, Oddo, Della Ricca e Colautti – saremmo di fronte al rischio concreto di una impasse finanche nella gestione dell’ordinaria amministrazione».