Italiani brava gente: la penisola è terra di odio e razzismo? Dagli stadi al parlamento il fenomeno esiste, come del resto l’idiozia
Siamo un paese razzista? Xenofobo? Paladino dell’odio? Le domande sono di quelle che non lasciano indifferenti, a cui non si può rispondere sulla scorta dell’emotività, sul semplice commento ai fatti di cronaca, siano essi di natura parlamentare che “sportivi”. Eppure sono domande pressanti, fortemente attuali, sulle quali non si può glissare come spesso ha fatto la politica e non solo quella “moderata”. Basti pensare a quanto accaduto nelle aule parlamentari e nello stadio di Verona. Il primo è fatto arcinoto, l’astensione dell’intero centro-destra all’istituzione di una commissione contro “odio, razzismo e antisemitismo” proposto dalla senatrice Liliana Segre. Il secondo proviene dalla ultima domenica calcistica con i cori contro Mario Balotelli e le dichiarazioni del giorno dopo di Luca Castellini capo ultrà del Verona a una radio locale: “Lui non sarà mai del tutto italiano. Non siamo razzisti, abbiamo un negro in squadra”. Due fatti solo apparentemente lontanissimi ma che affondano le loro radici nella medesima ideologia, ottusità e violenza ideologica. Il problema vero non è che un manipolo di idioti da stadio grugniscano il loro odio razziale dimostrando a Balotelli che italiano lo è del tutto, che forse per fatti come questi di esserlo non c’è tanto da essere contenti, ma il fatto che una consistente fetta della politica nazionale decida di voltare le spalle al problema del razzismo, forse nella segreta convinzione che il voto a quella commissione sarebbe stato come votare contro un pezzo del loro modo di intendere società e vita. Del resto è forte il dubbio che la spaccatura fra civiltà e barbarie rischi di diventare insanabile o comunque sempre più profonda e dopo che il parlamento europeo ha messo sullo stesso piano nazismo e comunismo, dove quest’ultimo era il vero bersaglio della questione, il mondo dei benpensanti liberisti di casa nostra ha finito per convincersi che la teoria dei doppi estremismi fosse ancora ottima pastura per il popolo bue. Eppure la loro “raffinatezza” politica non gli ha fatto cogliere l’occasione datagli inconsapevolmente dalla Segre. Tutti presi dal non scontentare il nuovo leader in ascesa che del seminare odio ha fatto il suo sistema di propaganda e dal quale pensano di dipendere in futuro per le loro dorate poltrone, hanno deciso di appiattirsi sulla posizione del “capitano” non votando la commissione proposta dalla Segre che come spesso è accaduto per altre “commissioni” andrà purtroppo ben poco oltre il simbolismo di un “peace and love” parlamentare. Insomma una commissione contro “odio, razzismo e antisemitismo” come proposta dalla senatrice Liliana Segre, non solo non era pericolosa per gli ex moderati, ma anzi sarebbe stata ottimo strumento per spaccare il capello dell’odio in quattro, dando ad ognuno la sua quota. Ora che con la loro astensione hanno di fatto messo etichetta autarchica al concetto “odio, razzismo e antisemitismo” bollandosi come parte politica e uniformandosi alle destre a tendenza xenofoba, sarà più difficile raccontare che l’odio non è solo di casa “fascista” e non basterà di certo rinvangare regimi comunisti esteri per evitare che venga archiviato per sempre quell’ “Italiani brava gente” che per decenni dalla caduta del fascismo, è stata la negazione della verità, perchè in Italia un governo comunista non vi è mai stato, ma è pur vero che il comunismo “statalista”, per chi l’ha subito nel secolo scorso, non è certo stato una passeggiata di salute.