La Castello di San Giorgio di Nogaro diventa danese. Il Friuli perde la sua birra
La società italiana proprietaria della Birra Castello di san Giorgio di Nogaro cede l’impianto al Gruppo Royal Unibrew e diventa Danese. La nuova proprietà è la Royal Unibrew, che aggiungelo stabilimento friulano alla precedente acquisizione di Terme di Crodo, ceduta dal gruppo Campari nel 2018, e che ora produce le bevande analcoliche a marchio Lemonsoda e Oransoda. «Questo traguardo è di grande importanza per la continua crescita del nostro business in Italia – ha dichiarato Jan Ankersen, senior vice president South Europe e general manager Italia del gruppo danese – e migliorerà la nostra capacità di soddisfare la domanda crescente delle nostre bevande attraverso un aumento significativo della nostra capacità produttiva». Oltre che con le bevande analcoliche, in Italia Royal Unibrew è presente con i marchi Ceres e Faxe. In sostanza inella disattenzione regionale dei patrioti di ogni schieramento un altro pezzo di made in Italy se ne va in un settore, quello della birra, dove di produzioni 100% italiane se ne contano ormai sulle dita di una mano anche se i barnd sembrano raccontare il contrario. Ora è toccato a Birra Castello che ha annunciato la cessione dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro che ha una capacità produttiva di un milione di ettolitri di birra all’anno. «La vendita si inserisce nell’ambito della strategia di potenziamento e sviluppo dello stabilimento di Pedavena, in provincia di Belluno», si legge in una nota della società. Birra Castello, infatti, oltre a produrre a marchio proprio, nel 2006 aveva rilevato da Heineken il birrificio Pedavena. In sostanza si cede la realtà friulana per concentrarsi su quella veneta. Secondo l’ad di Birra Castello, Eliano Velardo l’operazione, che verrà finalizzata entro dicembre, non toccherà i livelli occupazionali dello stabilimento friulano, annuncio che ovviamente per esperienza possiamo dire banalmente prevedibile quanto “temporaneo” : «Abbiamo trovato un acquirente solido – assicura – con un progetto di sviluppo integrato in armonia con la comunità locale e in grado di assicurare continuità sul piano occupazionale. Alla base di questa operazione vi è la garanzia che non ci saranno ricadute in termini occupazionali, elemento questo imprescindibile per la buona riuscita dell’accordo». Birra Castello impiega attualmente 140 dipendenti diretti ed è presente sul mercato con i marchi Birra Castello, Pedavena, Superior, Birra Dolomiti e Alpen.