La nave Open Arms e il suo carico umano ostaggio del braccio di ferro fra Salvini e il resto del mondo. Ultimora: i 27 minori scendono a terra
Le mire di potere plenipotenziarie di Matteo Salvini non hanno remore a trascinare perfino i corpi dello stato nella polemica così come perfino si cerca di dividere il corpo medico. Si arruolano nella propria tifoseria gli uomini che, guarda caso dipendono istituzionalmente dal proprio dicastero, mentre gli altri, nella fattispecie quelli della Guardia Costiera decidono di mettere un punto fermo. Una cosa mai vista che dovrebbe preoccupare molto non solo il Presidente della Repubblica ma gli stessi cittadini italiani. La Guardia Costiera si è smarcata dalle posizioni del Viminale e a scanso di equivoci ha spiegato: “Per quanto attiene questo Imrcc (Italian Maritime Rescue Coordination Centre) non vi sono impedimenti di sorta” allo sbarco. Parole precise quelle del Comando Generale della Guardia Costiera al Viminale, al ministero delle Infrastrutture e a quello degli Esteri in relazione alla Open Arms chiedendo invece “con urgenza” una risposta sullo sbarco dei migranti. La richiesta del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo fa seguito alla diffida che i legali della Ong spagnola hanno inviato al Comando Generale chiedendo “di autorizzare senza ulteriore indugio l’ingresso della Open Arms nel porto di Lampedusa”, insomma i militari si smarcano da quella che è palesemente una diatriba tutta politica e che nulla ha a che fare con i regole d’ingaggio di chi il salvataggio in mare e la protezione di uomini e donne in difficoltà l’ha nel dna. Da più di due settimane la nave Open Arms è in mare con 134 persone a bordo. La situazione sulla nave è drammatica: da 15 giorni donne, uomini e bambini vivono costretti in spazi ristretti nella paura e nell’incertezza di quello che succederà. “Sono persone che hanno vissuto l’orrore dei campi di detenzione in Libia: torture, stupri, lavori forzati. Hanno già sopportato enormi sofferenze, non possiamo aggiungerne altre”. E’ la denuncia di Oscar Camps (Open Arms) e del fondatore di Emergency, Gino Strada. “Negli ultimi giorni le condizioni di salute psicofisica si sono ulteriormente aggravate con atti di autolesionismo e minacce di suicidio che rendono ingestibile la situazione e mettono in pericolo imminente di vita le persone a bordo. Bisogna agire nelle prossime ore – dicono – Chiediamo che sia immediatamente autorizzato lo sbarco a Lampedusa prima che si aggiungano altre tragedie a quelle già vissute”. Intanto la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta – a carico di ignoti – per sequestro di persona sulla vicenda della Open Arms. Si tratta di un “atto consequenziale” dopo che in Procura è arrivato l’esposto formalizzato dai legali della ong spagnola. Gli avvocati hanno chiesto di procedere per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d’ufficio. La Procura ha anche acquisito dei documenti dalla Guardia costiera. Tra gli incartamenti che sono, adesso, al vaglio del procuratore aggiunto Salvatore Vella, anche la comunicazione con cui il centro di ricerca e soccorso di Roma scrive, chiedendo una risposta urgente, al ministero dell’Interno sostenendo che”non vi sono impedimenti di sorta” allo sbarco. Ma ora nel braccio di ferro ignobile arriva alla polizia direttamente dal Viminale l’ordine di smontare la tesi che i migranti stanno male, così Agenti di polizia si sono recati, ieri, nel poliambulatorio a Lampedusa per sentire il responsabile Francesco Cascio. Il medico che non si trova nell’isola ma che aveva dichiarato che i migranti scesi a terra tutto sommato stavano benone. Cascio che dice relativamente alla diagnosi a distanza di essersi fidato dei suoi uomini a Lampedusa, sarà ascoltato probabilmente a breve. Ma Cascio non è un medico qualsiasi, lui è tornato alla professione medica dopo anni di politica attiva in Forza Italia, fino a diventare tra i «big» del partito di Silvio Berlusconi in Sicilia, fatto questo che fa sospettare che la sua posizione non sia del tutto esente aspetti ideologici dato fra l’altro che sembra aver fatto quello che ogni medico non dovrebbe fare, una diagnosi di “sana e robusta costituzione” senza visitare nessuno dei tredici migranti fatti sbarcare per motivi di salute dalla Open Arms. Ma la politica ha dato a Cascio anche parecchie amarezze: ha infatti perso il seggio all’Assembea Regionale Siciliana di cui era stato anche Presidente, per essere decaduto a causa di una inchiesta per corruzione, prima di essere assolto definitivamente dall’accusa in Cassazione. Fino all’operazione ‘Artemisià del marzo scorso su una superloggia massonica a Castelvetrano che è costata a Cascio gli arresti domiciliari dal 21 marzo al 5 aprile con l’accusa di favoreggiamento personale. Misura poi annullata dal tribunale del riesame che ha archiviato. Ma ovviamente l’ombra del sospetto di opacità, magari ingiustificata, aleggia sul personaggio.
Insomma si è innestato un braccio di ferro perfino fra i medici, da un lato Cascio e il suo staff dall’altra i medici che da bordo della nave, ma anche quelli militari che sono salti a bordo per ispezioni, che hanno riscontrato e non solo per i tredici poi sbarcati, condizioni igienico sanitarie molto precarie e condizioni psichiche per molti ai limiti. Alessandro Di Benedetto psicologo di Emergency, a bordo del veliero Astral a supporto di Open Arms, l’ha chiarito apertamente: dopo aver ascoltato alcune delle terribili testimonianze di quanto patito dai migranti prima del naufragio, ha spiegato, per queste persone restare ancora a bordo può portare a istinti suicidi. I 13 migranti già sbarcati sono stati portati in ospedale, tra loro come accennato un uomo del Mali che era stato inizialmente ricoverato al pronto soccorso per un timpano perforato, e che “necessita – secondo quanto dicono dal Poliambulatorio – di controlli più approfonditi da svolgersi in una struttura più adeguata”. Sbarcato – sempre con la formula dell’evacuazione medica – anche un libico “che ha delle pregresse ferite di arma da fuoco, che hanno bisogno di cure specialistiche”, e infine un migrante che ha una cisti che deve essere asportata. Gli altri lamentano problemi psichiatrici gravi che potevano innestare situazioni drammatiche sulla nave dove la tensione è ovviamente altissima e sono stati fatti scendere assieme ai propri familiari. Intanto nel suo risiko propagandistico personale il ministro Salvini aveva definito una “balla” l’emergenza medica a bordo della nave, che ha determinato la decisione di far scendere alcuni migranti dalla nave. “Siamo davanti all’ennesima presa in giro della ong spagnola che per giorni ha girovagato nel Mediterraneo al solo scopo di raccogliere più persone possibili per portarle sempre e solo in Italia”, ha detto. Intanto il Viminale ha confermato di aver dato mandato all’Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms . Dal canto suo il premier Conte ha annunciato che 6 paesi – Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo – avevano fatto sapere di essere disponibili ad accogliere le persone a bordo ma solo a sbarco avvenuto. Ma a Salvini le parole del “proprio” Presidente del Consiglio non bastano: “L’Italia sta ancora aspettando che altri Stati mantengano la parola data e prendano in carico quanti promesso in passato”. Di assoluto buon senso invece le parole del Sindaco Lampedusa alvatore Martello: “Ridicolo farli scendere con il contagocce, ormai siamo alla farsa, al ridicolo. Se c’è un problema serio su una nave è inutile che li facciano scendere con il contagocce”. “Li facciano scendere tutti – dice -il mio discorso è sempre lo stesso un pescatore che ha bisogno di ripararsi in qualsiasi posto del mondo chiede l’autorizzaizone e gli danno il riparo. Non capisco per quale motivo a una imbarcazione, al di là dei migranti a bordo, che chiede di entrare in porto per ripararsi dalle cattive condizioni non venga dato un posto per ripararsi. Se è normale – aggiunge – vuol dire che non ho capito niente nella vita”. E avverte: “Se ci sono reati li possono valutare a terra”.
Ultimora: Salvini cede alla richiesta di Conte ma avvisa: lo faccio mio malgrado ed è precedente pericoloso
I minorenni sono stati trasbordati su due motovedette di Guardia di Finanza e Guardia Costiera. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come è noto aveva scritto una seconda lettera al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ribadendo tra l’altro la richiesta di far sbarcare immediatamente i minori dalla nave. La lettera è stata scritta in seguito al carteggio tra Conte e Salvini a Ferragosto. Salvini risponde a Conte: pericoloso precedente Nella lettera con cui risponde al Presidente del Consiglio, il ministro dell’Interno Salvini prende atto della decisione del premier “che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms”; scrive che darà, suo “malgrado” e “come ennesimo esempio di leale collaborazione”, disposizioni “affinché non vengano frapposti ostacoli” all’esecuzione di tale “esclusiva determinazione” di Conte; e ribadisce la propria determinazione a “perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l’affermazione delle regioni di diritto” elencate nella prima parte della missiva, “perché coerentemente e profondamente convinto delle mie ragioni e per evitare” che la decisione del presidente del Consiglio per il caso Open Arms “costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro Paese come unico responsabile dell’accoglienza e assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del Mediterraneo o del mondo