La presidente di Confindustria Udine Mareschi Danieli sul blocco dei licenziamenti. La replica del dem Liva (Pd): “leali con Draghi ma non abbandoniamo lavoratori”
Bisogna essere pragmatici, non ideologici. Il tema dello sblocco dei licenziamenti – che prima o poi deve avvenire, perché non si può andare avanti all’infinito in una logica emergenziale e con un sistema ingessato – deve assolutamente essere affrontato in un’ottica complessiva, che riguarda la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro, puntando a valorizzare il capitale umano e l’aumento dell’occupabilità delle persone. Si apre così il commento della presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli relativamente alle annunciate decisioni del governo Draghi sullo sblocco dei licenziamenti. “Dobbiamo cambiare la filosofia, aggiunge la presidente, è difficile immaginare di mantenere il lavoro dove era e come era in un mondo non solo in rapida mutazione ma che già oggi non è più quello dell’anno scorso. E contemporaneamente bisogna tutelare le persone, formandole perché abbiano la possibilità di riconvertire la loro professionalità. Interventi generalizzati sono deleteri perché tengono in vita imprese zombie e bloccano la crescita di imprese solide. Siamo tutti consapevoli che l’emergenza andava arginata nel breve, ma nel lungo periodo la soluzione non è bloccare i licenziamenti. Il Governo deve, e immagino si stia organizzando per farlo, permettere alle imprese sane di essere competitive e proteggere chi è in reale stato di necessità. Gli imprenditori, quelli veri, sono molto consapevoli che senza i propri collaboratori non sarebbero niente, quindi non gli passa neanche per l’anticamera del cervello l’idea di approfittare della situazione”.
La ripresa è in atto spiga Mareschi, in provincia di Udine, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati dell’Osservatorio del lavoro della Regione, nel periodo gennaio-marzo 2021 le cessazioni sono state pari a 14.356 unità (ben inferiori rispetto al 2020, 17.246), con un saldo positivo di 4.429 unità, superiore a quello registrato nei primi tre mesi del 2020, 2.078, e prossimo a quello del 2019, 4.931.
Sul miglioramento del saldo tra assunzioni e cessazioni influisce la dinamica dell’andamento economico e del settore industriale in particolare, dove l’indice della produzione, sempre in provincia di Udine, ha registrato nel primo trimestre 2021 una variazione positiva del +5,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nei primi quattro mesi dell’anno in corso si è osservato, inoltre, un netto calo dell’utilizzo della cassa integrazione guadagni, -8,1% nel primo quadrimestre 2021 rispetto all’ultimo quadrimestre 2020, un ulteriore segnale della risalita in corso.
“In questo quadro di ripresa, prosegue la nota confindustriale, le imprese cercano profili professionali che non trovano. C’è ancora un drammatico disallineamento tra profili formati e qualifiche richieste dalle nostre aziende, che per competere – anche e soprattutto nella fase post pandemia – avranno sempre più bisogno di risorse umane adeguate. Per tutti questi motivi, è importante la marcia indietro fatta ieri sera dal Governo sul blocco dei licenziamenti. Il blocco generalizzato dovrebbe dunque restare in vigore, come previsto, fino al 30 giugno 2021. La cassa, senza contributo addizionale, supporterà invece le aziende che ne hanno ancora necessità. Solo queste ultime, quindi, saranno ancora vincolate al divieto di licenziamento per tutto il periodo di utilizzo fino alla fine del 2021. È importante, in questo momento, distinguere le diverse situazioni e iniziare a pensare ad ammortizzatori universali, ma con prestazioni, contribuzioni e finanziamenti diversificati anche in base ai settori della nostra economia. Bisogna inoltre dividere le politiche per il lavoro, che devono essere uguali per tutti, dalle politiche di contrasto alla povertà”.
A stretto giro è il responsabile regionale economia del Pd Renzo Liva a replicare:
“Rispetto alla logica libera del mercato, oltre un certo limite fisiologico oggi ampiamente superato, sono forzature e storture anche il rischio di impresa in investimenti e l’indebitamento traslato sullo Stato mediante garanzie di ultima istanza, anche il sovvenzionamento statale delle assunzioni, degli investimenti in innovazione ricerca e sviluppo, anche la defiscalizzazione e i contributi per assumere giovani e laureati. Tutto ciò non meno del blocco dei licenziamenti, che poi è una semplice e breve proroga con interventi selettivi di accompagnamento. Ciò che può essere una forzatura delle logiche aziendali e può rappresentare una ingessatura normativa alle dinamiche positive che devono accompagnare il rilancio della crescita, sono interventi straordinari che adesso servono tutti”. “Il Pd è responsabile e leale con il Governo Draghi – aggiunge Liva – attento alle esigenze economiche ma non disponibile ad abbandonare il mondo del lavoro e la società alle logiche del massimo ribasso negli appalti e alle mani libere nei confronti del lavoro”. “Non sono accettabili i toni di lotta di classe e da partito politico costantemente all’attacco contro il maggior partito del centrosinistra assunti in questi giorni da Bonomi e da altri esponenti di Confindustria – continua Liva – ma va oggi rilevata una maggior ponderazione nelle parole di Mareschi Danieli, diversamente dai silenzi che hanno segnato sparate populiste, antieuropee e alla fine negativi degli interessi economici nazionali”.