L’assessore davanti alle verità del verbale ministeriale nega anche davanti all’evidenza. Sembra coniuge fedifrago beccato con l’amante nell’armadio
Ha perso davvero le staffe, l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi, dopo che in una conferenza stampa il M5s non solo ha confermato che l’ispezione ministeriale dell’agosto scorso non è zuccherosa come l’assessore sostiene, ma ha chiesto le sue dimissioni. “Credo si classifichino da soli coloro i quali hanno scelto di strumentalizzare politicamente una fase della pandemia interpretando, in modo malevolo, una relazione ministeriale nella quale, invece, si conferma che nell’emergenza Covid le persone ospedalizzate in regione sono state curate nel pieno rispetto degli standard previsti”. Questo il commento dell’assessore punto sul vivo di quella lesa maestà che lo caratterizza, convinto com’è, di avere sempre ragione a prescindere. Una idea autoreferenziale che temiamo sia diventata patologia politica. Lui pensa di non sbagliare mai e per di più si comporta come un coniuge fedifrago beccato con l’amante nell’armadio. L’imperativo è negare, negare, sempre negare, anche davanti l’evidenza e con la più classica delle scuse: “non è come sembra”. Ed invece è proprio come sembra. Il verbale ispettivo infatti già nelle sue prime cinque righe è chiarissimo, conferma quanto a suo tempo denunciato dagli anestesisti e manda gambe all’aria l’enorme tentativo di depistare i fatti con l’uso sapiente delle parole e di un insopportabile burocratese. Il tutto utile solo a mascherare la verità, depistaggio portato avanti anche con la partecipazione di comparse pescate nella dirigenza della aziende sanitarie, per di più in questo caso, comparse di secondo piano, fatto che forse qualcosa vuol dire. Ma la verità è diversa da quella che vorrebbe l’assessore, si legge infatti testualmente nelle prime righe del verbale ministeriale: “Per quanto attiene agli aspetti riferiti alla gestione e alla codifica dei posti letto, nel corso della site visit presso lo stabilimento di Palmanova, è stata rilevata un’errata configurazione già presente in epoca pre-pandemica (HSP 2019). Nello specifico, risultano 8 posti letto di medicina d’urgenza che vengono codificati con cod. 49 “Terapia intensiva”. Tale errata attribuzione si riflette anche sulle riparametrazioni effettuate ex art. 2 DL 34/2020 in riferimento ai posti letto di cod. 49, da attivare per raggiungere il nuovo parametro di 0,14 posti letto per mille abitanti”. Insomma si sbagliava da tempo e si è negato nel tempo. Ma cosa dice l’ex art. 2 DL 34/2020 del governo nazionale? Questo il testo: “Le regioni e le province autonome, al fine di rafforzare strutturalmente il Servizio sanitario nazionale in ambito ospedaliero, tramite apposito piano di riorganizzazione volto a fronteggiare adeguatamente le emergenze pandemiche, come quella da COVID-19 in corso, garantiscono l’incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure, rendendo strutturale la risposta all’aumento significativo della domanda di assistenza in relazione alle successive fasi di gestione della situazione epidemiologica correlata al virus Sars-CoV-2, ai suoi esiti e a eventuali accrescimenti improvvisi della curva pandemica. I piani di riorganizzazione di cui al presente comma, come approvati dal Ministero della salute secondo la metodologia di cui al comma ……. sono monitorati congiuntamente, a fini esclusivamente conoscitivi, dal Ministero della salute e dal Ministero dell’economia e delle finanze in sede di monitoraggio dei citati programmi operativi. Ai fini del presente comma e nel rispetto dei principi di separazione e sicurezza dei percorsi, è resa, altresì, strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva. Per ciascuna regione e provincia autonoma, tale incremento strutturale determina una dotazione pari a 0,14 posti letto per mille abitanti”. Insomma i numeri sbagliati, le 8 terapie intensive farlocche, avrebbero fatto sforare il parametro dello 0,14 posti letto per mille abitanti che allora voleva dire o meno lo scivolamento del Fvg in zone colorate sgradite alle politiche del momento della giunta regionale. Vi risparmiamo l’intera lettura del verbale (che rendiamo tuttavia disponibile in pdf in calce) ma ci limitiamo ad evidenziare alcune frasi testuali, sempre su Palmanova: “Particolare criticità riveste il locale del Pronto Soccorso dedicato alla visita e permanenza dei pazienti sospetti, ove la stanza dedicata è un unico ambiente in cui sono allestiti 4 letti tecnici che, così come risultano organizzati, presentano una facile esposizione alla commistione. Inoltre, il pre-triage posto all’interno crea una sovrapposizione dei percorsi tra i pazienti sospetti e quelli negativi. Tale organizzazione aumenta il livello di rischio di diffusione dell’infezione, in quanto determina la permanenza nello stesso locale di pazienti che possono già essere positivi con i pazienti che non lo sono”. “Per quanto attiene all’Ospedale di Gorizia, appare confusa la comunicazione dei posti letto nonché la distinzione dei medesimi: le fonti analizzate, nonché i professionisti auditi, fanno rilevare un quadro di non chiara interpretazione; dalle varie fonti interrogate, la connotazione dei posti letto non è univoca, con conseguente difficoltà nella compilazione di un corretto risk assessment”. Per amor di verità nel verbale sono anche evidenziate positività nei sistemi di gestione che però non cancellano di certo le criticità e soprattutto non possono giustificare mesi di negazione dei fatti denunciati dai sindacati che l’assessore ha spesso preso a pesci in faccia. Sarà difficile ovviamente che si arrivi alle dimissioni di Riccardi, perchè, per dirla diretta, l’assessore e perenne vice di qualcuno, ha evidentemente strumenti di pressione tali su Fedriga da rendersi intoccabile.