Le cooperative di comunità per rilanciare la montagna pordenonese
Le cooperative di comunità come risposta contro lo spopolamento e per lo sviluppo della montagna pordenonese: due incontri promossi da Confcooperative Pordenone faranno il punto su questa forma di cooperazione, che offre servizi agli abitanti del territorio in svariati ambiti facendo lavorare le stesse persone residenti.
Negli appuntamenti in programma a Cimolais il 3 maggio alle 17.30 nella sede del Parco Dolomiti Friulane e il 4 maggio a Tramonti di Sotto alle 10 nella Casa della conoscenza, con ingresso libero, saranno portati gli esempi di due cooperative di comunità attive con successo in altre parti d’Italia, la cooperativa Fuoco delle Alpi Giudicarie in Trentino (interverrà Luca Riccadonna) e il progetto La Rete dei Borghi di Confcooperative Abruzzo sorta nelle realtà colpite dal terremoto (ne racconterà l’esperienza Massimiliano Monetti). Illustrerà la tematica Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative Reggio Emilia e animatore di molte iniziative di cooperazione di comunità.
L’evento rientra nell’attività di animazione del Gal Montagna Leader, che ha previsto all’interno della Strategia di Sviluppo locale una specifica azione per il “sostegno all’avvio di una cooperativa di comunità”. Il bando verrà pubblicato entro l’estate, ma nei due eventi di maggio verranno descritte le caratteristiche dell’azione a sostegno all’avvio di una cooperativa di comunità (Psr misura 19 Ssl). Collabora anche SoForm agli incontri.
“Lo sviluppo delle cooperative di comunità – ha spiegato Luigi Piccoli presidente di Confcooperative Pordenone – soprattutto nelle aree montane, è uno dei punti fondamentali dell’attuale mandato di Confcooperative Pordenone: la montagna del Friuli occidentale, che soffre lo spopolamento ma ha un territorio ricco di eccellenze, a partire da quelle agrosilvopastorali, può trovare in questa tipologia di cooperazione valide risposte. Abbiamo deciso di organizzare un doppio incontro per venire incontro alle comunità stesse delle due macroaree della nostra montagna, quella orientale e quella occidentale”.