Le vie per lo sviluppo della cooperazione sociale sono aperte
In una nota Legacoopsociali Pordenone e Friuli Venezia Giulia fanno il punto sullo sviluppo futuro della cooperazione sociale, si legge nella nota: “Il “Messaggero Veneto” del 12 aprile 2021 ha pubblicato un’importante riflessione delle cooperative sociali pordenonesi aderenti a Federsolidarietà-Confcooperative, in merito alle criticità determinate da questa fase storica. Una criticità che emerge con forza nell’attraversamento della pandemia, ma che ha origini più profonde e antecedenti. Parliamo di una vera e propria crisi di sistema che rischia di determinare l’impoverimento dei territori coinvolgendo la piccola e media impresa e le imprese sociali presenti nel tessuto socio economico, proiettando gli effetti sui soggetti fragili, i giovani e le realtà più deboli.
L’attività delle Centrali d’Acquisto nazionali e/o regionali (CONSIP, CUC, ARCS) ha aperto nuovi scenari complessi da non sottovalutare perché, se da un lato esiste la problematica degli enti locali sempre più carenti di tecnostruttura efficace nella gestione a norma di legge delle procedure di gara, dall’altro esiste anche il pericolo che la gestione centralizzata applichi delle semplificazioni o delle standardizzazioni escludenti alcune realtà economiche serie dei territori.
Come associazione delle imprese/cooperative sociali, da subito ci siamo attivati al fine di interloquire con l’Amministrazione Regionale e con le Centrali di Acquisti regionali, al fine di garantire alle Pubbliche Amministrazioni di poter pubblicare procedure direttamente, bypassando le procedure delle Centrali d’Acquisto. Possibilità permessa innanzitutto da una norma della recente legge regionale di riforma sanitaria (art. 10 della l.r. 22/2019) che ha regolato in modo particolarmente avanzato le relazioni tra la P.A. ed il Terzo Settore, con particolare riferimento alle imprese cooperative sociali di inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili (le cosiddette “cooperative sociali di tipo B”). Tali procedure permettono alle P.A. di sostenere le cooperative sociali nel proprio sviluppo, così come hanno fatto le Direttive dell’Unione Europea in materia appaltistica e la conseguente norma applicativa italiana: l’art. 112 del Codice dei Contratti (procedure, anche sopra soglia comunitaria, riservate ad imprese sociali). Inoltre la revisione della L.R. 20/2006 sulla cooperazione sociale ha introdotto un importante bonus economico, erogato dalla Regione agli enti locali che pubblicano gare riservate a cooperative sociali.
Siamo convinti che questo percorso sia solo agli inizi e debba essere maggiormente promosso negli enti pubblici; inoltre attraverso eventuali ulteriori revisioni e perfezionamenti, le imprese sociali dovrebbero essere coinvolte in processi di ricostruzione di legami nel territorio anche attraverso coinvolgimento e collaborazione con le p.m.i. locali per promuovere uno sviluppo armonico dell’economia sociale”.