Legambiente e il Gruppo Tiglio Verde di Pordenone non demordono. Per salvare gli alberi ricorreranno al Consiglio di Stato
Legambiente e il Gruppo Tiglio Verde di Pordenone dopo il pronunciamento del Tar che dava il via libera all’abbattimento di 53 tigli storici e sani, per fare spazio ad un megacentro sportivo hanno annunciato che ci sarà un nuovo ricorso, questa volta al Consiglio di Stato. La decisione è maturata nel corso di una assemblea, sabato sera a Villanova, dove appunto si è deciso di presentare l’Appello al Consiglio di Stato, chiedendo subito la sospensiva, per fermare l’abbattimento dei tigli. Lo scrivono in una nota stampa il Gruppo il Tiglio Verde e Legambiente Pordenone. “I cittadini contrari al progetto di cementificazione a danno del verde – si legge – spacciato per riqualificazione e anti-degrado, pur consapevoli dei rischi e delle spese cui andranno incontro, hanno scelto di non arrendersi, di continuare a chiedere giustizia, di mettere in luce le numerose contraddizioni e le violazioni della normativa in materia ambientale e di tutela dei beni storici, culturali e paesaggistici, esercitate dal Comune”. “Non c’è tempo per aspettare che l’Europa verifichi se ci sia stata o meno una violazione della normativa alla fine dei lavori, nel 2026” scrivono ancora. L’ugenza è data anche dal fatto che il Comune, facendosi forte della sentenza del TAR, ha già annunciato che gli alberi saranno abbattuti a fine mese per mettere davanti al fatto compiuto , pertanto speigano gli ambientalisti, la strada da intraprendere per fermare l’arrivo delle motoseghe è soltanto quella del ricorso al Consiglio di Stato. In sede di Appello, conclude la nota – a Roma, sarà chiesto anche l’accertamento dell’età degli alberi, cosa che il Comune non ha fatto e ha pure negato ai ricorrenti la possibilità di effettuare l’esame di dendrocronologia (che ha un margine di errore di 15 giorni), perché se diventa ufficiale che i tigli hanno più di 70 anni (come testimoniano studi, persone e foto) non si possono toccare: sono tutelati ope legis. A favore dei ricorrenti, l’assemblea ha anche suggellato un patto di salvaguardia e subito messo mano al portafoglio: nel giro di pochi minuti sono stati raccolti 2.400 euro. Nei prossimi giorni si terranno altri incontri informativi e per la raccolta di fondi a sostegno delle spese legali.