Lignano: nuove ordinanze dell’azienda azienda sanitaria di inibizione al consumo di molluschi per la presenza di salmonella
Nuova puntata sulla vicenda del depuratore di Lignano Sabbiadoro e sugli annessi e connessi. Non ci fosse in gioco l’ambiente e con esso la salute del mare e della fauna che lo abita (nonché degli uomini che vi lavorano e che ne consumano il pesce) si potrebbe definire una telenovela, una farsa e invece si rischia che diventi una tragedia perchè a leggere carte e relazioni non vi è quella chiarezza che ci si dovrebbe aspettare quando fra l’altro il “gioco” è in mano a soggetti pubblici che non possono avere neppure l’alibi del profitto (sempre che questo possa essere considerato tale) a fare da paravento ad eventuali risparmi. Non sappiamo ovviamente se vi siano incapacità di gestione, pressapochismo, sottovalutazione, certo è che la situazione appare inquinata almeno come la laguna ed il mare e questo, abbiamo già avuto occasione per ribadirlo, ci preoccupa. Non si tratta di stabilire infatti se vi sia buona o mala fede, il problema è che le ordinanze dell’azienda azienda sanitaria di inibizione al consumo di molluschi per la presenza di salmonella non sono rassicuranti anche se dovessero essere “sporadiche” come qualcuno afferma. Il problema non può e non deve essere minimizzato ma risolto. Non vorremmo infatti che qualcuno “sporadicamente” mangiasse molluschi contaminati e magari “sporadicamente” dovesse ammalarsi e magari sempre “sporadicamente” lasciarci le penne. Un allarme accompagnato da ordinanze delle autorità sanitarie non è infatti uno scherzo e neppure dovrebbe essere appunto sottovalutato o gestito come polvere da nascondere sotto un tappeto di omertà. Fatta questa doverosa premessa, ci racconta in una nota il consigliere pentastellato Cristian Sergo, che della vicenda ha fatto centro di una sua puntigliosa quanto precisa azione, che la situazione continua ad essere problematica: “Mentre la politica regionale e i portatori di interesse in un convegno a Pordenone denunciavano il costante calo di molluschi nel nostro mare definito ‘inquinato’, senza dare spiegazione alcuna sulle cause di tale situazione, di lì a poche ore l’azienda per l’assistenza sanitaria n. 2 Bassa Friulana – Isontina emetteva due nuove ordinanze di divieto al consumo umano diretto di molluschi pescati nelle zone che dalla costa di Lignano arrivano all’Isola di Sant’Andrea, mantenendo le limitazioni anche per l’area di Porto Buso chiusa da ottobre”. Rileva il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Sergo: “Eppure tra le possibili cause da ricercare nel calo dei molluschi la fonte degli sversamenti di escherichia coli e salmonella, o le conseguenze degli sversamenti di sedimenti provenienti dai dragaggi del Fiume Corno e della Laguna in mare, non sono state individuate come priorità da individuare nel convegno”. “Lo scorso ottobre – ricorda Sergo – venne raccolto un campione di acque reflue depurate da sversare in mare e lo stesso ha riscontrato superamenti tabellari: non solo 41 mila unità fecali di escherichia coli (il limite di legge è fissato in 5 mila), ma, cosa ancor più inquietante, per la prima volta da quando ci occupiamo di questo caso, è stata riscontrata la presenza di salmonella nelle acque sversate a mare dal depuratore di Lignano. Solo al secondo sollecito Arpa Fvg rispose che nella giornata del 17 ottobre avrebbe effettuato ulteriori indagini sulle acque e una visita al depuratore di Lignano ma di quel sopralluogo non si è saputo più nulla”. In quell’occasione, rammenta ancora il consigliere M5S, Cafc spa si premurò di rassicurare tutti dicendo che quel prelievo (fatto da un’istituzione ufficiale preposta ai controlli sull’impianto) non fosse “rappresentativo in quanto nello stesso giorno è stato fatto un ulteriore campionamento di autocontrollo da parte del laboratorio Cafc che ha dato piena conformità”. “Eppure il 26 novembre 2018 è proprio un rapporto di autocontrollo a riscontrare lo sversamento di 13 mila unità di escherichia coli, quasi il triplo di quanto consentito. – sottolinea Sergo – Le parole di Cafc meritavano la censura da parte di Arpa e della Regione, ma sono state lasciate cadere nel vuoto in quanto funzionali a screditare tutto il nostro lavoro di questi due anni: l’unica a essere screditata però è stata Arpa Fvg, di fatto ritenuta inutile a fronte dei controlli effettuati dal laboratorio della società controllata. Ma anche lo stesso laboratorio di Cafc che evidentemente a volte va bene citare, a volte no. Da un anno e mezzo chiediamo chi stia sversando eschrichia coli ma sta di fatto che, anche dopo il ritrovamento di salmonella nelle acque reflue, Arpa non ha più verificato la presenza di questi batteri nelle acque depurate”. “Una situazione sempre più paradossale – aggiunge Sergo – se pensiamo che lo stesso 17 ottobre 2018 il Cafc ha pagato una ditta veneta che aveva da poco realizzato nell’impianto una ‘nuova linea acido peracetico’, che dovrebbe servire proprio a disinfettare le acque da sversare in mare. Oltre a chiederci come mai sia stato necessario questo intervento, visto che sui giornali è sempre stato detto che l’impianto funziona benissimo, ci chiediamo anche se tale intervento sia stato risolutivo o una delle tante pezze messe al depuratore”. Lo stesso progettista del Cafc nel gennaio 2018, conclude il consigliere regionale, ammetteva che l’impianto non era ultimato e necessitava di una serie di lavori ma senza fare riferimento alla “nuova linea peracetico”.
Ovviamente CAFC spa che gestisce l’impianto di depurazione lignanese risponde alle argomentazioni del consigliere regionale Sergo del Movimento 5 Stelle cercando di minimizzare le sue argomentazioni considerandole tese a “gettare discredito sulla società CAFC spa e a creare allarmismi ingiustificati senza il minimo rispetto della città di Lignano Sabbiadoro”. Il Presidente di CAFC Salvatore Benigno nella nota manda un “consiglio” a Sergo nel quale si possono intravvedere delle neppur tanto velate minacce di natura giudiziaria facendo trasparire che dietro l’azione del consigliere grillino si celino non precisati “interessi”: “Lo invitiamo a studiarsi meglio le carte, in quanto far passare un intervento di manutenzione programmata lungo la linea di dosaggio di un reagente dell’impianto di depurazione, con tanto di documentazione facilmente consultabile sul sito “Amministrazione trasparente”, per un suo mal funzionamento, la dice lunga su quali siano realmente gli interessi perseguiti dal consigliere”. CAFC nella nota ribadisce che il depuratore di Lignano funziona correttamente ed è costantemente controllato dalle autorità competenti. “Ci chiediamo ad esempio, si chiede la dirigenza CAFC, come mai si continui a concentrarsi sul solo depuratore di Lignano quale causa del divieto di consumo umano dei molluschi quando è lo stesso Sergo che cita altre possibili cause; come mai non si aspettino le risultanze ufficiali e scientifiche dei focus group organizzati dalla Direzione regionale Ambiente; come mai non si nominino gli altri depuratori che insistono sulla Laguna di Grado e Marano; come mai non si riportino i risultati scientifici del convegno del 14 febbraio 2019 dove si sono approfondite le questioni relative alla sicurezza alimentare dei molluschi bivalvi”, prosegue Benigno. La società CAFC chiosa infine il presidente Benigno, tutelerà la propria immagine: “Non è serio citare senza senso i rapporti ARPA in assenza della necessaria contestualizzazione, ma solo in modo estemporaneo. CAFC non ha nulla da nascondere, le porte sono sempre aperte, invitiamo il consigliere Sergo a venire in azienda, come ha già fatto, per verificare direttamente l’impegno dei nostri tecnici e delle nostre maestranze nella gestione del depuratore”.
Al link le ordinanze: