Lussari lettera al ministero, regione, istituzioni religiose e sportive
Sono trascorsi 2 mesi dall’evento. Il coordinamento regionale di FIAB FVG, Italia Nostra, Legambiente FVG e WWF FVG hanno trasmesso una lettera al Ministro dei beni culturali, alle istituzioni regionali civili, religiose e sportive con allegato il monitoraggio effettuato lungo la strada del Lussari prima e dopo l’effettuazione della tappa del Giro d’Italia.
Nella lettera le associazioni evidenziano che il paesaggio del Borgo Lussari non è più quello iconico che le persone hanno ammirato per molti decenni, ma è caratterizzato dall’impronta pervasiva del cemento che ha trasformato e sottratto bellezza al luogo: dai piazzali in cemento prossimi all’arrivo della cabinovia al nastro di calcestruzzo e opere accessorie che delimitano in particolare il borgo sul versante nord-orientale. Dispiace che le cause di questa trasformazione peggiorativa di uno dei luoghi più belli del FVG, ritenuto “unico” nelle Alpi Orientali e tutelato sin dal 1956, siano dovute ad una competizione ciclistica. La bicicletta, nell’immaginario collettivo, è per definizione amica dell’ambiente.
L’assenza di confronto con le associazioni ambientaliste ha impedito possibili mediazioni, ad esempio lo spostamento dell’arrivo di tappa nella sella sottostante, tralasciando così gli interventi a ridosso del borgo. Le associazioni chiedono alle Istituzioni di intervenire per accertare quanto eseguito in difformità con il progetto e con le previsioni del Piano Paesaggistico Regionale per restituire al paesaggio sommitale, dall’arrivo della cabinovia, a discendere verso il Borgo, quella qualità ambientale e bellezza che il calcestruzzo immancabilmente ha sottratto. Dopo la rimozione del cemento l’area potrebbe essere completamente rinverdita, pur realizzando un percorso di collegamento di congrue dimensioni, pavimentato con quei materiali drenanti indicati dalla Soprintendenza, che meglio si integrano all’architettura del borgo e rispettino il principio di invarianza idraulica per garantire l’accesso delle persone disabili.
Negli allegati le associazioni evidenziano anche i principali pericoli riscontrati nel monitoraggio effettuato nel novembre 2022 lungo la strada e che riguardano la presenza di due falde detritiche ben alimentate dalle pareti sovrastanti, un corridoio valanghivo e di caduta massi e dei compartimenti rocciosi poco stabili. Inoltre la contropendenza accentuata della sezione stradale, favorirà la concentrazione di acqua tra corazzatura in cemento e il piede della scarpata di monte con conseguente erosione sia del terreno sia, a lungo andare, della corazzatura stessa. Prima dei lavori la strada era regolarmente percorribile sia dai mezzi di servizio che dagli appassionati di mountain bike, tanto che dal 1990 al 2019 si è svolta ogni estate una competizione internazionale. Attualmente, date le sue caratteristiche e l’afflusso di ciclisti con copertoni larghi solo un paio di centimetri, la strada può essere percorsa in bici solo in salita. Diverse incontri sono avvenuti anche con ciclisti che scendono in sella. Alcuni spiacevoli. Certo contravvengono ad un divieto. I problemi di sicurezza sono stati però originati da una “pazza idea” definita così dallo stesso direttore della corsa Mario Vegni.
Per concludere non possiamo non richiamare con soddisfazione l’arrivo della tappa al Tour de France sul Puy de Dôme, il vulcano spento e parco nazionale. Arrivo senza spettatori e auto negli ultimi quattro chilometri. Un compromesso voluto dall’amministrazione locale e dal Parco: “Si alla tappa ma a determinate condizioni”. Il silenzio, contiene un potente messaggio culturale. L’arrivo di tappa del Giro sul Lussari sottolinea di converso la mancanza di rispetto per un luogo ritenuto di “elevato valore estetico, simbolico e paesaggistico” in nome del business: migliaia di persone ammassate in spazi angusti, le inevitabili batterie di bagni chimici e l’invasione della pubblicità con tanto di striscioni degli “intimissimi uomo”, posti con dubbio gusto proprio sotto il Santuario.