Manovra di bilancio 2023. Moretuzzo: «Risorse molte, idee poche e confuse. Manovra insufficiente su transizione energetica e piccoli Comuni»
«Risorse disponibili notevoli, ma nessuna priorità definita, anzi le urgenze sono largamente trascurate rispetto alle criticità della sanità regionale, del mondo delle autonomie locali e della transizione energetica». È l’opinione del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo sulla manovra di bilancio 2023, oggi all’esame della I Commissione, ben sapendo che «sicuramente subirà ancora modifiche importanti ad opera degli emendamenti depositati o in fase di deposito, come da prassi». Tanti i punti interrogativi, e una certezza: «La manovra è lontana dal mettere in atto i cambiamenti necessari all’attuale assetto del sistema regionale e dall’intraprendere quel cambiamento di paradigma auspicato da più parti e che sarebbe possibile con una certa sicurezza economico-finanziaria. Eppure non vediamo segnali in questa direzione. Sul tema della transizione energetica continuiamo ad esprimere preoccupazione. Apprendiamo dello sblocco di FVGreen, ma non si intuisce la direzione di marcia. Si annuncia l’elaborazione di una strategia per lo sviluppo sostenibile entro fine anno, un documento di straordinaria importanza per tutto il territorio regionale, ma siamo a dicembre e non c’è ancora neanche una bozza di cui discutere». Moretuzzo esprime perplessità sulle risorse stanziate per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili per le aziende – «Quante risorse saranno disponibili e quando? Ormai viviamo di annunci, cui regolarmente gli assessori in aula non sanno dare spiegazioni puntuali» – ed evidenzia: «Persino nella Nota di Aggiornamento del DEFR, il Documento di Economia e Finanza Regionale, mancano elementi che dovrebbero essere essenziali, come la necessità di disciplinare con una nuova legge regionale il piano degli appalti oppure la descrizione della strategia sugli investimenti rispetto al patrimonio immobiliare della Regione». «Si continua a non dare risposte ai piccoli Comuni: nessuna azione è stata programmata a loro favore, eppure – è noto a tutti – i piccoli municipi arrancano nel tentativo di garantire i servizi, a causa della carenza di personale. Per questa ragione, ci sono 700 milioni fermi nelle casse dei Comuni per opere non cantierate».