Migranti: Serracchiani, su hotspot Viminale senta territori “Quali soluzioni per persone all’addiaccio e senza alternativa?”

“Ho presentato un’interrogazione in commissione per tentare di fare chiarezza su questa assurda vicenda dell’hotspot da piazzare in Friuli Venezia Giulia. Dopo le esperienze passate nessuno vuole più strutture di questo tipo sul territorio ma qui addirittura le richiede la Regione, che poi fa mostra di essere all’oscuro. Cominci allora a esporsi il Viminale, rendendo pubblica quanto prima la decisione sul luogo in cui dovrebbe sorgere la struttura o almeno la rosa ristretta delle ipotesi che certamente sono in mano ai rappresentanti del Governo in Fvg. E poi chiedo che ci sia un confronto con i territori potenzialmente coinvolti dall’impatto di un hotspot, e che non questa decisione non sia calata sugli Enti locali, senza preavviso, dialogo né possibilità di trattativa. Vogliamo sapere tutto e subito, a Roma o a Trieste non si pensi a colpi di mano”. Lo dichiara la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, rendendo noto il deposito di un’interrogazione nella commissione Affari costituzionali della Camera, sulla decisione di attivare uno o più hotspot in Friuli Venezia Giulia. La parlamentare, che aveva già scritto una lettera al ministro dell’Interno, chiede ora di sapere “se sono intercorsi contatti con la Regione Friuli Venezia Giulia al fine di individuare l’area per la realizzazione della struttura e comunque se le modalità di approccio all’emergenza migranti e all’hotspot sono condivise”. Riguardo all’equiparazione del Friuli Venezia Giulia a Lampedusa, Serracchiani precisa che “il Fvg non è confine Schengen ma è coinvolto dai movimenti secondari, su cui il Governo non ha ottenuto alcun risultato a livello di coordinamento Ue” e ricorda “la soluzione proposta alla Regione Veneto, dov’è stato firmato un protocollo condiviso tra Regione, Anci e Prefetture per sperimentare un’accoglienza diffusa” chiedendo “se in Fvg sia mai stata prospettata da parte delle Prefetture un’analoga procedura”. Serracchiani pone anche un quesito riguardante le “soluzioni pianificate per i richiedenti asilo nei tempi brevi”, dato che “al momento vi sono centinaia di persone che dormono all’addiaccio o in strutture inadeguate come il Silos di Trieste, per le quali si prospetta lo sgombero ma nessuna alternativa di accoglienza temporanea”.