Monfalcone, controlli di polizia al doposcuola del centro Darus Salam: interrogazione on.Fratoianni (AVS) al Ministro degli Interni

“Sapremo direttamente dal Ministro degli Interni quali sono state le motivazioni e le modalità con cui la polizia locale di Monfalcone ha effettuato il 18 gennaio scorso un controllo Centro culturale islamico Darus Salam, ritenendo necessario identificare il minuscolo gruppo di bambini che, con due giovani maestre, era impegnato nel doposcuola.
Ma non è questa è l’unica questione sollevata nell’interrogazione presentata ieri alla Camera dei Deputati da Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: il Ministro Piantedosi è chiamato anche ad illustrare le iniziative con cui la Prefettura di Gorizia garantisce alla comunità islamica di Monfalcone il diritto costituzionale di praticare la propria fede religiosa.”

Lo spiega la consigliera Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ricordando che il divieto recentemente imposto dalla sindaca Anna Cisint sull’utilizzo del Centro culturale Darus Salam riguardava lo svolgimento di pratiche di culto, ai sensi di norme urbanistiche che, in base alla destinazione d’uso dell’immobile, non consentirebbero di utilizzarlo quale un luogo di preghiera.

“ L’interrogazione depositata dall’on. Fratoianni – prosegue la consigliera regionale – è esplicita nel ribadire che il centro culturale era aperto per l’ attività di doposcuola, non già per lo svolgimento della preghiera, e che la polizia locale ha comunque effettuato l’accesso nei locali della Associazione, procedendo altresì all’ identificazione di tutte le persone presenti, bambini compresi, un fatto che è palesemente gravissimo, nella sostanza giuridica e negli effetti intimidatori che ha certamente prodotto. Visto che la sindaca di Monfalcone si è trincerata dietro la scusa delle ordinarie attività di controllo, peraltro del tutto improbabile nei confronti di un doposcuola di ragazzini – e possiamo immaginare quanto fossero spaventati – è inevitabile rivolgersi altrove, chiedendo al Ministro degli Interni se sia ammissibile e coerente con la Carta costituzionale operare a livello locale in modo da creare crescente tensione nei confronti della comunità islamica di Monfalcone e rendere ancor più difficile il mai facile percorso di contrasto alle discriminazioni e di integrazione: che si tratti dell’ente locale o della Prefettura di Gorizia, la pubblica amministrazione ha il dovere di creare le condizioni per l’esercizio della libertà religiosa e per realizzare la coesione l’armonia di tutte le componenti della popolazione nel rispetto delle diversità e provenienze.”

Conclude Serena Pellegrino: “Se al contrario si ricerchino sistematicamente, come fa la sindaca di Monfalcone, tutte le occasioni per intralciare e impedire l’esercizio di diritti fondamentali, ci si deve accollare anche la gravissima responsabilità di alimentare criticità e tensioni, discriminando in maniera inaccettabile una parte della cittadinanza, con il risultato di rendere sempre più pericolose le conseguenti fratture sociali. ”

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