Nato il governo Conte Bis, anzi Due…. speriamo che non sia solo nel nome la discontinuità, ma nelle politiche
Il Conte Bis anzi Due è servito, Due e non Bis perchè almeno nel nome si vuole indicare la discontinuità. Il nuovo governo è composto da 21 ministri, un terzo donne, dieci esponenti del Movimento 5 Stelle, 9 del Partito democratico, uno di Leu e un tecnico. Insomma un equilibrio numerico ma cercato anche nel “peso” dei sngoli dicasteri. Agli interni si è scelto una tecnica, si tratta di Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano ed ex capo di gabinetto sotto Angelino Alfano fatto che di per se non è garanzia, anzi, che alla guida del Viminale sostituisce Matteo Salvini e dovrà dimostrare on solo ai partiti e all’Italia, ma all’Europa e al mondo la discontinuità nelle pratiche di “sicurezza” senza evidentemente compiere voli pindarici. Un compito on certo facile ma sul quale c’è da pensare abbia avuto garanzie da Giuseppe Conte . Della pattuglia M5S fanno invece parte il capo politico Luigi Di Maio che (dopo la rinuncia al ruolo di vicepremier) ottiene la guida del ministero degli Esteri; le sue precedenti deleghe restano ai pentastellati, con Nunzia Catalfo neo ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e Stefano Patuanelli neo ministro dello Sviluppo economico. Confermati Alfonso Bonafede alla Giustizia e Sergio Costa all’Ambiente, mentre Lorenzo Fioramonti è il nuovo ministro dell’Istruzione, Fabiana Dadone della Pubblica amministrazione, Paola Pisano si occuperà di innovazione e Federico D’Incà curerà i rapporti con il Parlamento. Vincenzo Spadafora è il nuovo ministro per lo Sport e la Gioventù. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà invece Riccardo Fraccaro. Il Pd occupa invece l’importante casella del ministero dell’Economia e delle Finanze con Roberto Gualtieri, docente di Storia contemporanea alla Sapienza ed eurodeputato dem dal 2009, che oggi ha ricevuto persino la “benedizione” della futura presidente della Bce Christine Lagarde; nonché quella del ministero della Difesa con Lorenzo Guerini; l’ormai ex vice del segretario Nicola Zingaretti, Paola De Micheli, guiderà il dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti; di Affari regionali si occuperà Francesco Boccia, da tempo tra i fautori dell’alleanza Pd-M5S, così come Dario Franceschini che torna al ministero dei Beni culturali e del turismo; ministro delle Politiche agricole sarà Teresa Bellanova, del Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, delle Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti e degli Affari europei Vincenzo Amendola. Al ministero del Salute va invece l’unico esponente di Leu, Roberto Speranza. Ovviamente questa lista di nomi e cariche non è di per se garanzia di discontinuità dal passato, questa potrà essere dettata solo dagli accordi programmatici sui quali è facile sospettare che dato lo scarso tempo a disposizione, si siano fatte molte esemplificazioni.