Nato un comitato contro un polo logistico a Porpetto (Ud)
Cosa faresti se venissi a scoprire che nel tuo paese vogliono costruire un immenso polo logistico a ridosso di abitazioni e impianti sportivi? Si apre così la nota diffusa dal nascente Comitato “No Polo Logistico – difendiamo il territorio”, che spiega: E’ quello che sta capitando ai residenti di Porpetto, comune rurale di circa 2500 abitanti situato nella Bassa Friulana. Lo hanno scoperto per caso su un articolo della stampa locale. Il progetto prevede la realizzazione di un complesso edilizio di dimensioni colossali, con una superficie coperta di circa 150.000 mq su un terreno complessivo di 300.000 mq, l’equivalente di circa 50 campo da calcio. L’altezza prevista dovrà essere inferiore a 20 metri, come un edificio di 5 o 6 piani, il doppio rispetto a quanto concesso attualmente dal piano edilizio comunale, che è di 10 metri, in linea con il contesto edilizio preesistente. Non esistono nel circondario edifici che si avvicinano neanche lontanamente a queste dimensioni.
In questo momento il terreno è ad uso agricolo. La Giunta Comunale, nonostante avesse sostenuto la difesa delle aree verdi durante l’ultima campagna elettorale, ha dato un primo parere favorevole alla variazione del Piano Regolatore Generale ai prossimi Consigli Comunali. I residenti sono preoccupati per l’impatto che avrà l’insediamento in quanto il progetto è imponente, più grande del complesso commerciale Tiare di Villesse. E’ stato costituito da alcuni cittadini un Comitato chiamato “No Polo Logistico – difendiamo il territorio” allo scopo di informare la popolazione locale sulle reali dimensioni del progetto e sull’impatto che questo avrà sull’ambiente, sull’identità del paese e sulla qualità di vita.
Logo del Comitato Confronto tra la superficie del fabbricato e il centro commerciale Tiare
Come siamo venuti a conoscenza del progetto?
Finora erano stati informati i vertici delle associazioni locali, i rappresentanti della minoranza e alcuni titolari di attività produttive mentre noi residenti abbiamo potuto conoscere il progetto attraverso la stampa locale e il passaparola. Il Comitato ritiene invece fondamentale il coinvolgimento della cittadinanza nel processo decisionale in materia ambientale, in linea con l’articolo 60 dello Statuto Comunale e la Convenzione di Aarhus del 2001 (2).
Quali sono gli interessi in ballo?
I grandi poli logistici, ovvero grandi magazzini per lo stoccaggio e smistamento delle merci lungo le vie dell’E-commerce collegate da autostrade, ferrovie e porti, stanno nascendo in tutto il territorio nazionale, occupando enormi quantità di terreno agricolo progressivamente cementificato. La Pianura Padana, uno dei luoghi con l’aria più inquinata al mondo, è diventata negli ultimi 10-15 anni una grande piattaforma logistica per sostenere il mercato europeo sui corridoi commerciali. La regione Friuli Venezia Giulia punta ad attrarre investitori europei del settore trasporti sfruttando la sua posizione strategica di collegamento tra centro ed est Europa (3). Il nuovo business degli hub logistici è attualmente in rapido sviluppo e rappresenta la prima causa di consumo di suolo. Se la scelta non sarà quella di riutilizzare aree dismesse, ne consegue la perdita irreversibile di terreni fertili sottratti all’agricoltura. Nel lungo termine questo orientamento determinerà l’impoverimento del settore economico primario e la riduzione dell’autosufficienza alimentare del Paese.
Parallelamente al proliferare dei nuovi insediamenti logistici in prossimità delle uscite autostradali, si moltiplicano sia le proteste dei Comitati di cittadini che si vedono sopraffatti sia le controversie giudiziarie tra Comuni e Comitati e i ricorsi al TAR per le inadempienze delle società nella presentazione della VIA (valutazione di impatto ambiente).
Esistono dei piani nazionali o regionali a tutela dell’ambiente?
L’indagine ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (4), che mappa su scala nazionale la trasformazione dei terreni agricoli e naturali in artificiali, illustra una situazione allarmante per l’Italia, con una media di consumo di 15 ettari al giorno e la perdita del 7% del territorio (contro la media UE del 4.2%). La regione Friuli Venezia Giulia si colloca sopra la media nazionale. Esistono normative regionali (5) che hanno lo scopo di contenere la cementificazione, in linea con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, che prevede l’azzeramento del consumo del suolo entro il 2050, ma queste leggi vengono facilmente disattese, per le deroghe che consentono ai Comuni di procedere con delibere autonome. Esiste anche un Piano Regionale FVG per la Logistica 2024 (6) che intende mappare il territorio friulano in base al trasporto delle merci. Questo piano individua negli Interporti e in 26 Comuni le sedi regionali dove svolgere queste attività. Il Comune di Porpetto non è presente nella lista ma, con la sua prossimità all’autostrada e con la nuova variante che si connette alla S.P.80, è sicuramente molto appetibile per le Società che vogliono fare profitto sui terreni circostanti. Coltivare la terra è diventata una scelta sempre più onerosa e la tentazione da parte dei proprietari di vendere è alta, di conseguenza i grandi imprenditori della logistica possono acquistare a prezzo relativamente contenuto estesi appezzamenti di terreno agricolo. E’ sufficiente che non ci siano vincoli paesaggistici per procedere successivamente alla conversione in terreno edificabile. E così i cittadini, che hanno visto nella bretella la soluzione al traffico pesante sopportato per anni nei pressi dell’abitato di Villalta, ora si trovano potenzialmente accerchiati da nuovi insediamenti commerciali, nonostante esista già una zona artigianale a sud del paese con un terzo dei capannoni attualmente sfitto. Le dimensioni notevoli richieste dalla logistica per lo stoccaggio delle merci necessitano tuttavia di locali enormemente più grandi di quelli disponibili nell’area già destinata ad uso commerciale.
Come sono schierati i cittadini?
In questo momento i cittadini di Porpetto sono divisi. Alcuni sono favorevoli sia per le opportunità occupazionali, circa 360 posti di lavoro promessi, che per i benefit a titolo compensativo, come un nuovo parcheggio per l’area sportiva e altre infrastrutture non ancora definite, nonché i ricavi delle imposte comunali (7). L’installazione di pannelli fotovoltaici, oltre a rendere energicamente autonomo il polo, consentirebbe, secondo la società immobiliare, di creare una comunità energetica utile ai residenti. Ma a che prezzo?
Quali potrebbero essere le ricadute negative sul territorio?
Le preoccupazioni sollevate dal Comitato sono molteplici. Nonostante il progetto preveda la realizzazione di un terrapieno piantumato per ridurre l’impatto visivo del complesso edilizio e mitigare le emissioni atmosferiche dovute al traffico pesante, ci chiediamo se ciò sarà sufficiente ad assorbire l’inquinamento dei 360/400 Tir previsti al giorno. Quale sarà la qualità dell’aria, in un’area già compromessa dall’ordinario traffico autostradale, in termini di emissioni di gas serra e di altre sostanze inquinanti? Quali gli effetti sulla salute pubblica? Ci chiediamo inoltre se le attività logistiche, previste a ciclo continuo, creeranno inquinamento acustico specie nelle ore notturne e se verrà rispettato l’attuale piano di zonizzazione acustica; senza dimenticare l’eventuale congestione della viabilità ordinaria e il rischio per la sicurezza stradale in caso di chiusura temporanea dell’autostrada. Un altro tema molto a cuore alla cittadinanza è rappresentato dalle fontane: l’approvvigionamento idrico del polo avverrà necessariamente dalle falde acquifere sottostanti (8). Quale sarà il fabbisogno di acqua di una struttura colossale che utilizza i sistemi di refrigerazione per la conservazione delle merci congelate? Esiste il potenziale rischio di trovarsi all’asciutto nei periodi di siccità come nelle estati 2022 e 2023. Durante i periodi di pioggia intensa, invece, il rischio potrebbe essere di tipo alluvionale, considerato che il paese è situato in territorio di risorgive e la cementificazione di un’area così vasta potrebbe compromettere il naturale deflusso idrico. In caso di abbandono delle attività produttive, chi si farà carico delle spese da sostenere per lo smaltimento o la conversione del polo? A queste e ad altre domande verrà chiamata a rispondere l’Amministrazione Comunale prima di procedere alla delibera.
In conclusione, Il Comitato “No Polo Logistico – difendiamo il territorio” monitorerà le scelte politiche dell’Amministrazione Comunale e attuerà iniziative rivolte a contrastare l’insediamento logistico. Invitiamo i cittadini a presenziare all’assemblea informativa di giovedì 30 gennaio alle ore 20.00 presso la Sala Civica “ex-latteria” in via Don Minzoni 6 a Porpetto.