Noi NATO, loro morti
Confesso, sono piuttosto imbarazzato, anche se in realtà non capisco perché’ dovrei esserlo. Comincerei col ribadire che mai ho avuto simpatie per un tipaccio come Putin; così, a scanso di equivoci. Che poi mai abbia avuto simpatia per un’anacronistica congrega militare come la NATO, è altrettanto vero e va, anche questo, ribadito.
Francamente non avrei pensato che si potesse arrivare a tanto, ad un’invasione in forze dell’Ucraina, avendo considerate un’azione del genere una pazzia suicida. Certo suicida per chi la sta portando avanti, purtroppo omicida nei confronti della povera gente che si trova, per l’ennesima volta, in mezzo a cannonate, missili, granate che piovono da tutte le parti. Ed è, ovviamente, questo il lato peggiore della faccenda, anche se il pericolo che un’azione del genere possa portare ad una catastrofe di dimensioni ancora maggiori, è forse persino più grave. Siamo veramente alla pura follia, alla sfida del passaggio del cerino da una mano all’altra che se qualcuno non trova la prontezza di spegnerlo subito, rischia di provocare incendio di dimensioni inimmaginabili.
Ma come si sia arrivati questo punto, è piuttosto chiaro; almeno per chi abbia un minimo di onestà intellettuale, dono che pare essersi perso a quanto pare. Inutile tornare su ovvietà che per la maggioranza delle persone (soprattutto per coloro che ci raccontano come vanno le cose) sono falsità tese solo a giustificare l’operato di Putin, tipo l’allargamento della Nato ad est con il conseguente risultato di ritrovarsi armamenti e truppe manovre congiunte, al confine con la Russia. Nessuno giustifica l’invasione dell’Ucraina, solo che probabilmente se qualcuno avesse avuto quel minimo di lungimiranza che premettesse di evitare certe scelte, o magari di pensare un attimo prima di farle certe scelte, forse non si sarebbe arrivati a questa tragedia.
Nemmeno farebbe male ricordare che questa guerra è iniziata nel 2014, mica oggi, ed è iniziata con una sorta di colpo di stato che ha visto tra i principali protagonisti gruppi armati di estrema destra filonazisti. Gli stesi gruppi che ora stanno all’interno delle forze armate regolari e che sono stati istruiti e formati da “consiglieri” britannici. Ci sono foto e documenti che lo confermano senza alcun dubbio.
Qualcuno si dovrà pure ricordare della famosa uscita della viceministro degli esteri Usa Nuland quando nel 2014 nel pieno della crisi ucraina diceva al suo ambasciatore a Kiev: “fuck the EU”. Ecco, basterebbe questo a farci capire quanto gli Usa abbiano a cuore la situazione della nostra Europa. Altro che alleati. Una vera unione dell’Europa, che avesse un minimo di autonomia, soprattutto una sua organizzazione politica e, perché’ no, difensiva autonoma farebbe davvero scomodo a chi invece preferisce avere diritto di comando e dunque di scelta sull’individuare nemici e azioni di cosiddetta auto-difesa nei loro confronti.
Lasciamo stare che poi quando si parla di aggressione ad uno Stato sovrano ci sarebbe una lista piuttosto lunga a cui accedere di Stati e governi rovesciati con la forza proprio da chi ora grida allo scandalo. Forse ci dimentichiamo di conflitti ancora in atto senza che neppure ce ne accorgiamo, di guerre provocate da invasioni e bombardamenti a cui anche noi Stati europei ed occidentali abbiamo allegramente partecipato. La memoria corta è un pessimo difetto.
Detto ciò, e ci mancherebbe, la follia di Putin & company va severamente condannata e non ci sono dubbi che quanto ora in atto sia un crimine. Io ce l’ho piuttosto con la retorica con cui si affrontano queste situazioni, con il continuo e pesante bombardamento di notizie ed informazioni prive di quel minimo di capacità di analisi critica rispetto a ciò che succede.
Parlavo di memoria; ora giustamente ci scandalizziamo perché’ in guerra muoiono civili, ci indignano perché’ tra di loro ci sono anche bambini; al di là del fatto che per me ogni vita ha lo stesso valore indipendentemente che si tratti di un bimbo, di un vecchio oppure di una persona di mezza età, vorrei ricordare anche una frase famosa della signora Albraight, ex responsabile del dipartimento di Stato Usa, che alla domanda che le venne posta in merito ad un’indagine della FAO in cui si riportava che 567.000 bambini iracheni erano morti a causa della denutrizione provocata dalle sanzioni Usa e le si chiedeva se considerasse questo come un prezzo che valesse la pena di pagare, rispose: “yes, we think the price is worth it” (sì noi pensiamo che valga la pena di pagare questo prezzo). 567.000 bambini….
In guerra muoiono soldati, donne, uomini, bambini, vengono distrutte strutture ed economie che a loro volta provocano vittime. Di cosa ci stiamo meravigliando? È proprio per questo che le guerre devono essere evitate, che bisogna fare di tutto affinché’ non si possano creare i presupposti che possono portare ad una guerra. Da che il mondo è mondo l’essere umano, che si presume essere all’apice dell’intelligenza di ogni forma di vita, continua a risolvere i suoi problemi attraverso la sopraffazione dell’altro. Ed è per questo che bisognerebbe evitare di creare tensioni che possano portare alle conseguenze che stiamo vivendo, non solo in Ucraina; il pianeta è pieno zeppo di guerre, di conflitti a cui noi nemmeno pensiamo in quanto non ci coinvolgono direttamente oppure solo non ce ne accorgiamo in quanto lontane dai nostri occhi miopi.
Ora la guerra ce l’abbiamo a due passi e dunque ci siamo svegliati, ora pensiamo che la gente che fugge da questo porco conflitto debba ricevere una degna solidarietà, che meriti di essere accolta e protetta. Ci mancherebbe altro, apriamo le porte a chi ne ha bisogno; ma dove eravamo fino a ieri quando le stesse porte venivano sbattute in faccia a chi aveva altrettanta necessità, dove ci nascondevamo quando delegavamo ad altri tiranni la responsabilità di fermare la gente che ci chiedeva allo stesso modo aiuto? Cosa vogliamo dire a chi alle frontiere da cui arrivano i profughi ucraini, respinge chi ucraino non è?
La guerra va fermata con tutti i mezzi o quasi; certo la decisione dell’occidente di mandare armi all’Ucraina non mi pare il metodo migliore per farlo. Tra le altre cose, oltre che ad essere proibito dalle nostre stesse leggi supreme, ciò corrisponde in qualche modo ad un’entrata nel conflitto che potrebbe davvero portare a conseguenze a cui nemmeno si vuole pensare.
Le guerre vanno fermate prima che possano cominciare; con una sana visione delle dinamiche che possono creare gli espedienti di un confronto armato, con una politica che tenga conto delle esigenze di tutti, con un’unità da cercare all’interno dell’Unione Europe che non si manifesti solo in alcuni drammatici momenti per poi dissolversi appena il pericolo sarà scampato. L’illusione di un Europa unita di cui in questi giorni ci si riempie la bocca, stiamo tranquilli che è del tutto aleatoria. La fretta che ci ha portato ad accettare all’interno della UE soggetti che, oltre ad essere principalmente filo Usa e Nato piuttosto che filoeuropei, ci ha portato a questa situazione. Il fatto che ora tutti i governi europei abbiano assunto una linea decisa nei confronti della Russia ha poco a che vedere con le fratture gravi che fino a ieri si sono manifestate e che ritengono l’Europa un’entità inconsistente.
Partiamo da qui, dalla vera ricostruzione dell’Europa, cominciamo a prendere le distanze da soggetti che con il nostro interesse nulla hanno a che vedere, costruiamo una politica comunque seria, che ponga veri paletti alle derive autoritarie. Stiamo tranquilli che questo è il vero modo per rilanciare la pace e la reciproca convivenza. Altro che la guerra! Docbrinp