Nota della associazione Oikos ETS, di Udine: una fake news la rissa nella struttura per minori di Fagagna

Inaugurazione Oikos Fagagna (foto di repertorio)

Con una nota l’associazione Oikos di Udine denuncia la fake news pubblicata da arte della stampa friulana, si legge nellanota. “Due giorni fa, alcune testate giornalistiche di Udine (non FriuliSera ndr) hanno riportato una notizia di una rissa avvenuta nella nostra struttura per Minori Stranieri Non Accompagnati di Fagagna, una notizia completamente falsa. Il testo degli articoli – imprecisi, incompleti ed errati – riporta che un alterco per futili motivi è scoppiato tra due ragazzi e per sedarlo “è stato necessario l’intervento dei militari”. Quello che è realmente accaduto è che un ragazzo con un profilo di disagio psichiatrico già segnalato e preso in carico dai servizi di competenza – in questo caso la neuropsichiatria – si è rifiutato di prendere la sua terapia farmacologica. Questo ha portato il ragazzo ad avere una crisi ed andare in escandescenza, coinvolgendo altri ragazzi. Non quindi un “futile motivo”, ma un ragazzo vulnerabile con una grave situazione psichiatrica e non-compliant con le cure assegnategli. Gli operatori e le operatrici hanno chiamato il 112 a supporto del loro lavoro e allo scopo di gestire la mancata assunzione della terapia, al fine di mettere in sicurezza il minore, gli altri beneficiari e gli operatori stessi, nonché di garantire l’assunzione corretta della terapia farmacologica prescritta dalla neuropsichiatria. In questi casi di crisi psicomotorie, quando arriva l’ambulanza o il personale sanitario, è prassi che arrivino di default anche le forze dell’ordine, per mettere in sicurezza il ragazzo, gli altri minori e lo staff della struttura. All’arrivo delle forze dell’ordine, la situazione era già calma grazie al lavoro dei tre operatori presenti e non è stato necessario né il loro intervento, né alcuna medicazione per eventuali ferite riportate dai ragazzi. Nessuno dei ragazzi è rimasto ferito in alcun modo. In questo clima, riportare notizie completamente errate sulle vicende di questi ragazzi, sul loro disagio e sugli enti gestori non fa altro che aumentare la polarizzazione e fratturare sempre di più l’opinione pubblica sui temi dell’accoglienza. Quando si fanno circolare le fake news, inoltre, anche dopo rettifiche come questa, le informazioni false messe in giro sono ormai impossibili da correggere. Ci si può chiedere perché un ragazzo con una tale gravità sia ospite in una struttura socio-educativa e non in una comunità più adatta a prendersi carico dei casi del genere. La risposta è che di questo tipo di comunità non esistono abbastanza strutture, e la presa in carico di questi ragazzi spetta alle comunità come la nostra. Noi ci teniamo a ringraziare i sanitari, che hanno svolto egregiamente il loro lavoro e sono riusciti a convincere il ragazzo ad assumere la terapia e a somministrargliela, e anche le forze dell’ordine intervenute. Ringraziamo anche i nostri operatori e le nostre operatrici che lavorano duramente e con grande competenza per gestire queste situazioni delicate. Infine, facciamo un appello alla responsabilità dei media e alla società in generale. La diffusione di falsità e notizie distorte non solo mette a rischio la reputazione di chi lavora quotidianamente in contesti difficili, ma rischia anche di compromettere la sicurezza e il benessere dei minori coinvolti. In un periodo in cui la disinformazione è all’ordine del giorno, è cruciale che tutti – giornalisti, lettori e cittadini – si impegnino a promuovere una narrazione accurata e rispettosa. #NoFakeNews