Oncologia all’ospedale di Pordenone, riapertura del servizio insufficiente. Bidoli: «Si diano subito risposte ai pazienti e alle loro famiglie»
Quale futuro per l’oncologia a Pordenone? Lo domanda alla Giunta Fedriga il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia Giampaolo Bidoli in un’interrogazione con la quale chiede chiarezza sulla programmazione regionale a breve termine relativa al servizio di oncologia dell’Ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone e su quale sarà il rapporto futuro che verrà a stabilirsi tra la struttura ospedaliera e il Centro di riferimento oncologico di Aviano. «All’ospedale di Pordenone – hub di primo livello – era attivo il servizio di oncologia, che, con la pandemia, nel marzo del 2020, è stato sospeso con la concentrazione di tutte le attività presso il Cro di Aviano, in modo da ridurre la circolazione degli operatori sanitari e accogliere i pazienti oncologici all’interno di un perimetro dedicato in grado di massimizzare la sicurezza. Da ottobre 2020 sono riprese a Pordenone soltanto le attività ambulatoriali, così per una parte dei servizi i malati devono continuare a recarsi ad Aviano», evidenzia Bidoli, raccogliendo le segnalazioni del Comitato “Amici di Abele Casetta”, preoccupato per la disparità di opportunità che i malati di Pordenone stanno sopportando in confronto ai cittadini delle altre realtà regionali. «Se quanto sottolineato corrisponde al vero – conclude il consigliere del Patto per l’Autonomia –, è necessario dare quanto prima una risposta ai pazienti oncologici e alle loro famiglie».