Operaio muore cadendo da 20 metri
Morte bianca ai cantieri navali di Monfalcone. Sinistra Italiana si lancia in una crociata: «In un cantiere del più grande gruppo cantieristico italiano a capitale pubblico – interviene il parlamentare Serena Pellegrino – non è ammissibile morire cadendo da un ponteggio. La presidenza del gruppo parlamentare di Sinistra italiana intende attivare un focus sulla questione Monfalcone – Fincantieri»
A Monfalcone, la tragedia. E’ avvenuta questa mattina, 2 marzo alle 9.30 ai cantieri navali. Un operaio straniero, Sinisa Brankovic di 40 anni, di nazionalità bosniaca, è caduto da 20 metri mentre si trovava sull’impalcatura di un capannone in costruzione. Si tratta dei nuovi edifici in costruzione per la verniciatura delle navi all’interno dello stabilimento Fincantieri. Immediato l’intervento del 118, ma c’è stato ben poco da fare. L’uomo è morto sul colpo. Le cause dell’incidente sono ancora tutte da accertare e sono al vaglio della polizia di Monfalcone.
Da subito lo «sciopero spontaneo» dei lavoratori che hanno lasciato i cantieri «per dare un segnale fortissimo».
«In un cantiere del più grande gruppo cantieristico italiano a capitale pubblico non è ammissibile morire cadendo da un ponteggio. La presidenza del gruppo parlamentare di Sinistra italiana intende attivare un focus sulla questione Monfalcone – Fincantieri» è questo il commento della parlamentare Serena Pellegrino, vice presidente del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana alla Camera dei deputati, insieme al presidente Giulio Marcon.
«Ennesima morte bianca, di un lavoratore straniero che lavora in sub appalto, – continuano – stavolta in Fincantieri a Monfalcone. Ennesimo dolore perché non si lavora per morire, ma per vivere con dignità e garanzie. Ovviamente tocca alla Magistratura dirci cosa sia accaduto su quel ponteggio, sulle ragioni per cui un operaio supervisore di 41 anni, con vent’anni di esperienza alle spalle, ha perso la vita. Ma è inevitabile che il pensiero corra a quell’autentica maledizione che è la riduzione all’osso dei costi per la sicurezza, nonostante le norme che la impongono. Cadere da un ponteggio purtroppo è facile, – conclude la Pellegrino – ma è anche facile impedire tecnicamente che ciò possa avvenire. Ne sanno sicuramente qualcosa gli operai delle ditte d’appalto che dopo l’incidente hanno lasciato i cantieri di Monfalcone per protesta. In un’azienda delle dimensioni di Fincantieri – il più grande gruppo cantieristico del nostro Paese controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti e quindi pubblico – esposta ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata al punto da dover firmare un Protocollo Quadro Nazionale di Legalità, non sono accettabili vuoti e incertezze in materia di sicurezza sul lavoro».