Opinioni: Emendamento “Gemona” confligge con normativa nazionale

E’ lodevole l’intento di assicurare ai cittadini di Gemona e delle valli una maggiore e più pronta disponibilità di servizi di emergenza in modo da aumentare la sicurezza e diminuire i disagi di chi abita in Alto Friuli determinati dai tagli dalla riforma Serracchiani. Ma la previsione dell’ emendamento “art. 50” bis di dotare il punto di primo intervento di Gemona di “spazi di osservazione a disposizione della funzione di emergenza urgenza” solleva non poche perplessità. Ad affermarlo è  il Presidente dell’Associazione Costituzione 32 Walter Zalukar. “Forse per fretta, forse per disattenzione è sfuggito un particolare che non sembra banale e cioè che quanto previsto da detto emendamento confligge palesemente con la normativa nazionale di riferimento, Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70. Questo DM al paragrafo 9.1.5 tratta proprio dei Punti di Primo Intervento (PPI) e limita la loro attivazione “ esclusivamente a seguito della riconversione dell’attività di un ospedale per acuti in un ospedale per la postacuzie oppure in una struttura territoriale, li prevede “per un periodo di tempo limitato”, per essere poi trasformati “in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito implementando l’ attività territoriale al fine di trasferire al sistema dell’assistenza primaria le patologie a bassa gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero”. A tale proposito precisa che deve essere mantenuta “ rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria”, e prescrive che : “nei punti di primo intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente.”

Ne discende che il PPI:
– è struttura transitoria destinata a diventare una postazione118,
– non può prevedere osservazione temporanea,
– non può assolvere la funzione di urgenza.

Comunque un’area di osservazione temporanea può trovare sicura e adeguata collocazione solo nell’ambito di un Pronto Soccorso, a sua volta supportato da servizi di diagnosi per immagini e di laboratorio, oltre che dalle opportune competenze specialistiche di base, come del resto previsto dal citato DM al punto 9.2.2.

In pratica bisognerà pensare a qualcosa di diverso, perché indirizzare malati urgenti in strutture che normativamente non sono titolate a farlo, oltre a sollevare seri dubbi di eticità, determinerebbe esposizione di responsabilità nei casi di sinistro.

Occorre quindi affrontare subito le criticità dell’emergenza urgenza dell’Alto Friuli (ma non solo) in modo meno riduttivo e parcellare, coerente con la normativa esistente e con le linee dell’annunciata revisione del l’offerta sanitaria e socioassistenziale”.