Pandemia, anziani allo stremo. Sos dello Spi-Cgil: «peggiora salute per il 35% degli over 65»
Cresce il peso della pandemia sugli anziani, penalizzati non solo dagli effetti diretti del virus, ma anche dal venir meno della socialità, con un aumento esponenziale del rischio di emarginazione e isolamento, e dalle ripercussioni sul sistema socio-sanitario, con una riduzione generalizzata dei servizi di cura e assistenza e un incremento esponenziale delle liste di attesa. A lanciare l’allarme il Sindacato pensionati Cgil del Friuli Venezia Giulia, con il suo segretario generale Roberto Treu: «Il rapporto nazionale Censis-Assindatcolf sullo stato del welfare familiare e sul lavoro domestico in Italia – spiega – evidenzia come oltre un terzo degli anziani, nel mostro Paese abbia visto da un lato peggiorare la propria salute, dall’altro la disponibilità di servizi. È una vera e propria emergenza sociale e sanitaria che non può essere sottovalutata né dal Governo né dalla Regione, che deve riavviare un percorso virtuoso di rafforzamento dei servizi sanitari territoriali, colpevolmente abbandonato con l’ultima riforma sanitaria regionale, e un piano straordinario per il rafforzamento degli organici della sanità pubblica e il recupero delle liste di attesa, giunte a livelli insostenibili». Il fatto che la curva dei contagi abbia finalmente imboccato la fase discendente, secondo Treu, «non giustifica alcun abbassamento della guardia, visto anche il numero ancora elevato di ricoveri e purtroppo anche di decessi, ma deve essere l’occasione per l’avvio di una strategia di recupero dei ritardi accumulati, di rafforzamento degli organici e di tutta la rete della sanità territoriale e della prevenzione». La priorità, per Treu, in questa fase è legata soprattutto al recupero delle liste di attesa: «È un tema – spiega il segretario – che riguarda tutti ma in primis gli anziani, considerato che oltre il 43% degli over 65, secondo l’Istat, soffre di patologie croniche, che richiedono un ricorso costante a visite, esami e altre prestazioni drasticamente rallentate in questi due anni. Senza dimenticare i forti ritardi che caratterizzano anche l’esecuzione di interventi chirurgici, spingendo larghe fasce di utenza verso il privato e lasciando senza risposte le fasce economicamente più deboli». Non a caso, secondo il già citato rapporto, la percentuale di persone che denunciano un peggioramento delle condizioni di salute cresce proporzionalmente all’età, per toccare il 35% tra gli over 65 e addirittura il 44% tra gli over 75, con punte superiori al 50% tra gli anziani soli, i più gravemente colpiti dagli effetti della pandemia». Forte il disagio soprattutto fra le anziane. La percentuale di donne che si occupano quotidianamente della casa e della famiglia, infatti, è dell’84% tra le over 65 e del 57% tra le over 75, con carichi aumentati dalla contrazione, a causa degli effetti della pandemia, dei supporti familiari, professionali e delle reti di volontariato. «Un’emergenza nell’emergenza – conclude Treu – che evidenzia una volta di più l’esigenza di un rafforzamento della rete sei servizi socio-sanitari sul territorio e dell’assistenza domiciliare, che deve diventare il baricentro delle politiche di assistenza agli anziani e ai non autosufficienti. Anche per questo è indispensabile che l’assessore alla Salute e al welfare sviluppi un rapporto concreto e non episodico con le parti sociali e i soggetti coinvolti, perché solo un confronto con tutti i portatori di interesse ci consentirà di individuare soluzioni condivise ed efficaci per uscire da questa emergenza e a riprendere il percorso interrotto di rafforzamento della sanità e del welfare in questa regione».