Più operazioni, meno personale: l’ufficio dogane di Trieste si ferma per protesta. Dal 2016 organici tagliati del 40%.
Sale di tono la protesta dei dipendenti dell’Ufficio Dogane di Trieste, in stato di agitazione da marzo per sollecitare nuove assunzioni, che consentano un alleggerimento dei carichi di lavoro, divenuti insostenibili. Lunedì 15 maggio i lavoratori incroceranno le braccia per l’intera giornata, assicurando soltanto i servizi essenziali, come imposto dalle norme. A proclamare lo sciopero le Rsu aziendali e le segreterie territoriali dei sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Confsal Unsa, Flp, Usb e Confintesa, contestualmente all’annuncio del blocco degli straordinari, già in vigore questa settimana, da martedì 9 fino a ieri, venerdì 12 maggio.
«Richiamare l’attenzione non solo del proprio datore di lavoro, ma di tutti gli enti, le istituzioni e le realtà collegate alle attività dell’Ufficio Dogane di Trieste, auspicando il loro coinvolgimento nel rimarcare l’esigenza, non più procrastinabile, di interventi mirati sugli organici per assicurare la regolare operatività dell’Ufficio Dogane». Questo l’obiettivo della protesta, come spiegato nella proclamazione dello sciopero, inviata la scorsa settimana all’Agenzia Dogane e Monopoli e alle autorità competenti, dalla Prefettura alla Commissione di Garanzia. Annunciato anche un presidio dei lavoratori in piazza Unità, dalle 10 alle 12, a sostegno di una richiesta d’incontro formalmente inviata al Prefetto. I sindacati intendono informarlo e sensibilizzarlo sulle crescenti difficoltà operative in cui versano l’Ufficio Dogane di Trieste e i suoi dipendenti, a causa del progressivo calo degli organici, scesi dai 161 del 2016 agli attuali 99, con un calo che sfiora il 40% e destinato ad aggravarsi ulteriormente a causa dei nuovi pensionamenti previsti di qui alla fine dell’anno.
Tutto questo avviene, rimarcano le Rsu e i sindacati territoriali, in una fase di forte crescita delle attività portuali. A tale proposito i sindacati elencano i nuovi servizi attivati in questi ultimi anni con un diretto impatto sull’attività doganale: il turno h24 presso la piattaforma logistica, con 10 addetti dedicati, la crescita esponenziale delle operazioni dedicate alla contabilizzazione dei consumi energetici per le accise (dichiarazioni per ambiti), la presenza fissa di un operatore alla Wartsila, la riapertura (da tre anni) del varco al punto franco nuovo, la fortissima crescita dei flussi crocieristici, con 4 ormeggi settimanali nel 2022, di fatto quadruplicati rispetto alla media degli anni precedenti, l’avvio dell’attività di Bat al Punto Franco e in generale il progressivo trend di espansione di tutte le attività portuali. Espansione vitale per lo sviluppo della città e auspicabilmente destinata a proseguire in futuro. Da qui, concludono i sindacati, l’esigenza di intervenire sugli organici, «procedendo a interventi mirati, aventi se necessario anche carattere straordinario, per colmare in modo stabile le carenze di personale e assicurare l’adeguata fornitura di un servizio essenziale per le prospettive di sviluppo della città e per un efficace funzionamento della rete logistica regionale, nazionale ed europea».