Politica regionale: è allerta meteo per le nubi nere che rischiano di soffocare Fedriga

Domani potrebbe essere il giorno del giudizio. Difficile prevedere come andrà a finire, ma di certo la crisi della maggioranza di centrodestra in Fvg è crisi vera e anche se dovessero trovare una soluzione pasticciata , nulla sarà più come prima. Volendola paragonare ad una malattia la potremmo definire una patologia autoimmune, con il corpaccione di destra che si è progressivamente indebolito, incapace di gestire in maniera unitaria e programmaticamente condivisa soprattutto la partita sanitaria, lasciata colpevolmente da Fedriga incancrenire nella mani dell’Assessore Riccardo Riccardi, che più che incapace è perniciosamente legato ad interessi privati che si stanno dimostrando piuttosto ingordi, (vedi la gara per i Pronto soccorsi), una sorta di funghi saprofiti che in natura si nutrono di residui di sistemi già morti o in decomposizione. Così si chiude il cerchio, si manda in malora la sanità pubblica e poi si “risolvono” i problemi grazie alla “disponibilità” dei privati attraverso delle belle gare d’appalto milionarie. Comunque oggi, per la seconda giornata consecutiva, le forze di minoranza finalmente uscite dal torpore istituzionale che ne ha per lo più caratterizzato l’azione d’opposizione, hanno dato vita a quello che in passato a livello parlamentare si definiva Vietnam d’aula, boicottando i lavori di un Consiglio spesso ormai ridotto a ruolo notarile. Questo  anche per l’incapacità delle opposizioni di mobilitare e di comunicare all’esterno, rimanendo, per fare un esempio, legati ad una comunicazione tutta rivolta al proprio interno attraverso strumenti che ormai nessuno neppure in pubblicità usa più. I cosiddetti house organ nei quali gli esponenti si parlano letteralmente addosso, per non parlare poi dei comunicati ad personam. Ma miserie di classi dirigenti scadenti a parte, restano i fatti, e questi parlano chiari: Fedriga si messo all’angolo da solo e oggi si è dato letteralmente alla fuga. Da vero cuor di leone, in speranzosa e crediamo vana attesa che la Giorgia nazionale lo tiri fuori dal guaio, non si è presentato in Consiglio Regionale dove questa mattina era prevista la sua presenza. Così verificata dai consiglieri la sua strategica assenza, in aula è scoppiata la bagarre, soprattutto dopo che alle previste interrogazioni a risposta immediata si sono detti pronti a rispondere gli assessori che avevano rimesso le deleghe come se nulla fosse. Insomma un paradosso colto dalla minoranza secondo cui quegli assessori “dimissionari” non erano legittimati a rispondere. A quel punto i toni si sono fatti accesi con il presidente del consiglio Bordin che ha cercato di imporsi accusando l’opposizione di fare teatrino in aula. A quel punto per il secondo giorno consecutivo la seduta è stata sospesa e alle interrogazioni gli ex assessori hanno dato risposta parlando solo con i propri sodali di maggioranza o di quella che si presume esista ancora. Domani (giovedì) comunque sarà un altro giorno ed è anche prevista allerta meteo, forse i previsori dell’Arpa hanno percepito l’arrivo delle nubi nere che si addensano all’orizzonte della politica regionale.
Fabio Folisi