Procede spedito l’appalto servizi di emergenza ai privati. L’assessore Riccardi incurante della protesta di sindaci e popolazioni
Con la nomina della Commissione giudicatrice procede spedita la gara di appalto per affidare ai privati la gestione di servizi sanitari dei Pronto soccorso di Udine, Palmanova, Tolmezzo, San Daniele e Latisana.
Nonostante la protesta delle popolazioni di vaste aree del Friuli, sindaci in testa, l’assessore alla Salute Riccardi procede imperterrito nella privatizzazione di servizi essenziali per la salute pubblica, senza dare garanzie riscontrabili di cosa succederà dopo, né risulta che ci siano simulazioni dell’impatto di questa scelta sull’organizzazione degli ospedali interessati.
Per ora l’unica certezza è che con questa manovra si termina l’opera di smembramento di équipe di professionisti con il loro patrimonio culturale, operativo, organizzativo e di relazioni umane, frutto di studio ed esperienza pluriennale. Ma poi ci vogliono anni per ricostruire e nel frattempo è probabile un calo di qualità dei servizi, per cui altri professionisti se ne andranno.
E per far questo si spendono otto milioni di euro, che se fossero stati invece impiegati in concreti incentivi per il personale, al posto dei soliti annunci seguiti dal nulla, avrebbero potuto trattenere e richiamare medici e infermieri nella struttura pubblica. I soldi ci sono, e non pochi, ma si preferisce evidentemente dirottarli sul privato.
Non si sa cosa esattamente Riccardi abbia detto ai sindaci nelle varie riunioni, visto che il pubblico, ovvero i cittadini che abitano quelle terre ne sono stati esclusi.
Del resto, l’assessore non sembra curarsi molto dei sindaci, tanto che recentemente ha detto che è fondamentale che i sindaci dei Comuni, “evitino di entrare – come purtroppo sta accadendo – nei meccanismi di gestione delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie e, talvolta, persino andando ben oltre le competenze esercitate direttamente dalla Regione attraverso le Aziende sanitarie”.
Ovvero i sindaci che sono i responsabili della salute dei loro cittadini dovrebbero stare zitti e buoni quando i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie si allungano all’infinito, quando le ambulanze arrivano in ritardo o non arrivano, quando sempre più persone sono prive del medico di famiglia, quando i loro concittadini anche se anziani e fragili sono costretti ad estenuanti attese per un posto letto in ospedale.
Ma poi perché i sindaci dovrebbero fidarsi? Noi non sappiamo cosa Riccardi ha esposto ai sindaci nelle recenti riunioni, ma sappiamo che dati e numeri presentati lo scorso 3 aprile dall’assessore alla Salute in Consiglio regionale a supporto del suo progetto di riforma erano difformi dai dati di spesa media pro capite rilevati dalla Corte dei Conti, e anche quelli relativi a numero e retribuzioni dei dirigenti non coincidevano con quelli pubblicati dal MEF, improbabile sembrava anche la tabella concernente il numero di strutture ospedaliere presenti in regione. (https://www.costituzione32.it/wp-content/uploads/2025/05/Osservazioni-riforma-SSR-RR-3-aprile-3Commissione-13.5.25.pdf )
Nonostante ciò, secondo qualcuno, i sindaci dovrebbero stare lì a guardare mentre un servizio sanitario pubblico un tempo eccellente viene disfatto pezzo dopo pezzo.
Walter Zalukar Associazione Costituzione 32