Questo bypass “non s’ha da fare”! I Comitati Salvalago scomodano Manzoni per denunciare la discutibile scelta della Regione sulle sorti del lago di Cavazzo

 

l’autostrada viadotto

“Questo bypass sul lago di Cavazzo – per dirla come i bravi a don Abbondio del Manzoni – “non s’ha da fare”! Questa è la decisione finale secondo la Regione, scrivono Claudio Polano e
Franceschino Barazzutti, sulla base di uno studio costato 50.000 Euro commissionato nel 2022 a tre professionisti (un docente dell’università di Trieste e due ingegneri piemontesi)”. La Regione dice “non s’ha da fare”, proseguono gli ambientalisti,  avendo tenuto in nessuna considerazione, chiuse in un cassetto, le precedenti relazioni dei tre tecnici di nomina dei tre comuni rivieraschi del “laboratorio lago”, istituito nel 2019, in particolare quella dell’ing. Pederzolli, presidente della Federazione Nazionale dei Consorzi dei Bacini Imbriferi Montani (Federbim), che indica la fattibilità di ben tre varianti di bypass, due in galleria e uno in tubazione sul fondale del lago per ripristinare le condizioni di naturalità e di fruibilità anche turistica del lago, come previsto dal Piano Regionale di Tutela delle Acque (PRTA). Non sarà forse che qualche potentato interessato a mantenere la preziosa risorsa acqua del lago a disposizione dei propri interessi abbia indotto la Regione a chiudere di fatto il “laboratorio lago” non tenendo in considerazione le sensate proposte di bypass in esso elaborate, per affidarsi successivamente, dopo ben 4 anni, ad altri professionisti contrari al bypass? La Regione dice “non s’ha da fare” avendo tenuto in nessuna considerazione i tanti studi e ricerche fatti in questi anni per cercare una soluzione alle criticità del lago provocate proprio da quello scarico della centrale di Somplago. Scarico che la Regione vuole assurdamente mantenere! Infatti lo studio da 50.000 euro commissionato dalla Regione nel 2022 ritiene addirittura negativo il bypass del lago e propone invece alcune mitigazioni ( sic! ) del fenomeno dell’acqua fredda, torbida e limosa con divisioni del lago e con qualche “piscinetta” per la balneazione. I Comitati rispediscono al mittente queste fantasiose proposte, costate ben 50.000 euro e riaffermano con forza l’idea che il lago si rinaturalizza solo con un bypass che porterebbe le acque dello scarico della centrale di Somplago all’uscita del bacino lacustre, facendolo tornare nelle condizioni ante costruzione della centrale A2A. Inoltre i Comitati ricordano a chi lo avesse dimenticato che secondo gli studi degli ingegneri Franzil e Garzon, quest’ultimo incaricato a suo tempo di uno specifico studio dai Comuni rivieraschi, dalle due Comunità di Montagna e dal Bim, fra 100/110 anni il nostro lago sarà una palude con un fiume che passerà nel mezzo. Se non vogliamo che cio’ accada e’ necessario che gli Amministratori della Val del Lago, del Gemonese e della Carnia, nonché i Consiglieri regionali dell’Alto Friuli, gli abitanti della Val del Lago e tutti coloro che amano il lago prendano una decisa posizione su questo argomento, portando la Regione a rivedere la sua posizione.

1964 – Lago Tre Comuni

I Comitati, se così sarà, saranno al loro fianco mobilitando la gente non solo della Val del Lago e anche con specifiche riunioni informative. “S’ha da fare”, invece, ordina la Regione, il progetto del Consorzio Bonifica Pianura Friulana per portare nel suo canale a Gemona dai 5 ai 15 mc/secondo e garantirsi la costante disponibilità al nodo idraulico di Andreuzza dei 25,5 mc/secondo della concessione. I Comitati non sono contrari a prescindere a quest’opera del costo di 105 milioni di euro di fondi pubblici, ma avanzano alcune perplessità riguardo alla sostenibilità ambientale del previsto canale, visto che le portate in uscita dal lago nel periodo estivo sono limitate se la centrale non lavora. Quindi se le poche acque in uscita verranno captate dal canale, che ne sarà delle falde acquifere del Tagliamento, che alimentano per il 70% le portate emunte dal CAFC alla fonte di Molin del Bosso? Sorgeranno problemi per l’acquedotto che serve circa 40 Comuni della Bassa, fra cui Lignano, che d’estate ospita centinaia di migliaia di turisti? Cosa succederà al torrente Leale, che oggi riceve le acque del canale Sade? E’ evidente che se ci sarà questo prelievo le portate superficiali ne risentiranno, ma soprattutto calerà inevitabilmente il suo apporto alla falda freatica. Ecco perché sarà necessario che la Regione con i suoi servizi verifichi prioritariamente con A2A se nei mesi estivi ci saranno queste portate perché, vedasi nel 2022, di acqua dal lago a luglio e agosto, ne è uscita ben poca. E’ necessario uno studio geologico approfondito sull’impatto di quest’opera sulla falda, per conoscerne le effettive conseguenze. Per portare a conoscenza del territorio questi due importanti progetti i Comitati hanno chiesto alla Regione e al Consorzio di presentarli quanto prima in una pubblica assemblea in uno dei Comuni della Val del Lago. In quella sede essi riproporranno le loro posizioni e i quesiti già enunciati nelle due audizioni in IV Commissione Ambiente del Consiglio regionale.

1922 manifesto – Lago Tre Comuni