Repubblica Democratica del Congo: Il saccheggio delle risorse, le guerre e le condizioni dell’infanzia. Se ne parla sabato al Balducci

Sabato 11 dicembre, ore 18.00 al Balducci di Zugliano si parla di Repubblica Democratica del Congo: Il saccheggio delle risorse, le guerre e le condizioni dell’infanzia. Incontro con Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell’associazione Mama Sofia. Moglie dell’Ambasciatore Luca Attanasio ucciso in Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo, ed Elena Pasquini giornalista free lance che si occupa di esteri, diritti umani e relazioni internazionali, autrice di un recente reportage sullo sfruttamento dei bambini nelle miniere di cobalto del Congo. “Sulla morte di mio marito Luca Attanasio, e quella di Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, aspettiamo le conclusioni della magistratura, ma un elemento è certo. La sicurezza non era stata garantita come doveva essere e mi auguro che i testimoni che erano presenti al momento dell’agguato abbiano detto tutto ciò che sapevano. Tante volte anche chi, come le giornaliste, vanno in Paesi dove si corrono rischi per raccontare mondi oscurati o come tanti volontari e cooperanti mossi dalla volontà di fare del bene e portare aiuto a popolazioni in difficoltà corrono dei rischi. Personalmente ho avuto modo, seguendo i progetti di Mama Sofia, di sperimentare quanto sia difficile operare in certi contesti. Soprattutto se sei donna”. Così Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un agguato in Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo, intervenendo al Forum delle giornaliste del Mediterraneo insieme ad Antonella Napoli, direttrice di Focus on Africa e amica di Attanasio sul cui omicidio ha lanciato la campagna #veritaperlucavittorioemustapha. “Dalla nostra inchiesta da giornalistica – investigativa è emerso con chiarezza che il protocollo della sicurezza di prassi per le missioni internazionali non fosse stato rispettato – ha aggiunto Antonella Napoli – Quel convoglio che stava percorrendo le strade più pericolose del Nord Kivu non aveva copertura armata di alcun genere. È giusto lasciare che i magistrati facciano il proprio lavoro, ma anche noi giornalisti dobbiamo fare il nostro. Gli elementi raccolti non sembra siano sufficienti a chiarire le responsabilità di quanto è avvenuto e alcune figure sono rimaste nell’ombra. A cominciare dal vicedirettore del Pam in Congo, Rocco Leone, che viaggiava insieme a Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci sull’auto guidata da Mustapha Milambo”.

 

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