Ricatto al mondo della cultura e dello sport: marchio “Io Sono FVG” o nessun finanziamento regionale
Una proposta che non si potrà rifiutare…., esporre il marchio “Io Sono FVG” in manifestazioni culturali o sportive, spettacoli compresi, o nessun finanziamento regionale. Questa l’ultima trovata dell’assessora alla cultura Gibelli, che ha uno strano modo di intendere i fondi pubblici da destinare alla cultura. Una situazione paradossale. Parla di inaccettabile Diktat il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. «Attorno al marchio “Io Sono FVG” sono sorte molte polemiche, sia rispetto alla sua reale utilità, sia rispetto ai significati che sottende. Fin dalla sua presentazione come Gruppo abbiamo dichiarato tutti i nostri dubbi sull’opportunità di fare di questo marchio, che senz’altro non scalda i cuori di tanta parte del territorio regionale, il protagonista della promozione delle eccellenze enogastronomiche della regione. Tuttavia, fin che si è trattato di lasciare alle singole aziende la scelta di utilizzarlo o meno per promuovere i propri prodotti, ritenevamo fosse una scelta sbagliata, ma con conseguenze relativamente limitate. Considero invece inaccettabile la scelta della Giunta Fedriga di imporre a centinaia di associazioni culturali, sportive e sociali di utilizzare obbligatoriamente il lettering “#IoSonoFVG” per poter accedere ai contributi regionali». Non usa mezzi termini il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, a margine della discussione odierna di un emendamento presentato dall’Assessore Gibelli nel corso della I Commissione integrata per la sessione di bilancio. Con l’emendamento si stabilisce che, al fine di promuovere l’immagine del Friuli-Venezia Giulia e di valorizzare e rendere riconoscibili le realtà culturali e sportive del territorio regionale, i beneficiari dei contributi concessi in materia di cultura e sport debbano utilizzare il lettering “#IoSonoFVG” per la realizzazione delle attività e dei progetti finanziati. C’era da aspettarselo dall’assessora alla cultura che anzichè promuovere mette all’indice intere case editrici, a ben pensarci forse l’ostracismo contro la Kappa Vu era la prova generale, voleva vedere se il mondo della cultura si sarebbe rivoltato. Dato che questo non è avvenuto, se non in maniera marginale, allora, deve aver pensato la Gibelli li posso avere in pugno i tanti sotans terrorizzati dall’idea di perdere il soldo pubblico targato centrodestra. Chissà che in futuro, magari in prossimità della scadenza elettorale, non venga imposto qualche altro diktat. Moretuzzo parla di «diktat che impone, anche a chi non si sente minimamente rappresentato da questo marchio, di adeguarsi ai voleri dell’esecutivo regionale per poter accedere a fondi che dovrebbero avere altri criteri di accesso. Come si può, ad esempio, obbligare le centinaia di associazioni che organizzano iniziative dedicate alla lingua e alla cultura friulane ad utilizzare il marchio “Io Sono FVG”? Siamo di fronte all’ennesimo attacco a quella parte del mondo culturale regionale che non è nelle grazie della Giunta – conclude il capogruppo del Patto per l’Autonomia –: una situazione che non può più essere tollerata».