Sciopero generale Cgil Uil mobilitati anche i pensionati: “Finanziaria peggiora le condizioni delle persone”
L’assenza di qualsiasi traccia di riduzione della pressione fiscale su lavoratori dipendenti e sui pensionati italiani, i più tassati d’Europa. I tagli alla rivalutazione delle pensioni. La sanità sottofinanziata, visto che l’aumento dei fondi previsto dalla legge di bilancio è totalmente cancellato dall’inflazione e dall’incremento delle risorse per le convenzioni con i privati. L’assenza di stanziamenti per l’attuazione della legge delega sulla non autosufficienza, approvata a marzo dal Parlamento. Sono le principali ragioni che, in occasione dello sciopero generale del 17 novembre, hanno portato in piazza anche i pensionati di Cgil e Uil, presenti in forza alle manifestazioni di piazza organizzate in Friuli Venezia Giulia.
Sotto accusa anche il peggioramento delle regole previdenziali, con l’inasprimento dei criteri per l’accesso alla pensione anticipata attraverso Quota 63, Opzione donna e Ape social, oltre alle penalizzazioni in arrivo per i dipendenti pubblici, e l’assenza di incentivi per la stabilizzazione e contro la precarietà del lavoro. «L’impianto complessivo della Finanziaria 2024 – dichiarano Roberto Treu e Magda Gruarin, segretari regionali di Spi Cgil e Uil Pensionati – dimostra una volta di più qual è il Dna di questo Governo. Un Governo che sul fisco ha scelto deliberatamente di favorire gli evasori, a suon di condoni e concordati, i grandi patrimoni e gli extraprofitti di banche e utility, e i contribuenti con redditi medio-alti. Per i pensionati non c’è nulla e restano i più discriminati a livello europeo sul piano fiscale. Unica novità l’anticipo di un mese del conguaglio Istat dovuto per legge sull’inflazione subita nel 2023, spacciato dal Governo come un aumento. Intanto si riduce il bonus sulle minime, non c’è traccia di estensione delle quattordicesime e viene confermato, soprattutto, un sistema di rivalutazione delle pensioni che taglia la perequazione già a partire dai 2.100 euro lordi, vale a dire dai 1.700 netti, su pensioni pagate con quarant’anni di contributi».
Ma ad allarmare i pensionati c’è soprattutto la situazione drammatica della sanità pubblica. «Un’emergenza che non registra inversioni di tendenza», denunciano Treu e Gruarin, giudicando «del tutto insufficienti» anche le poste aggiuntive previste dagli ultimi assestamenti di bilancio in Fvg. «Risorse inadeguate – aggiungono Treu e Gruarin – non solo rispetto al recupero dell’inflazione, ma anche di fronte alla grave crisi in cui questa Giunta ha portato la sanità regionale, continuando a favorire la privatizzazione dei servizi e senza incidere sulle criticità, dalla carenza di medici di base al livello drammatico delle liste di attesa, aggravato dalla fuga di personale verso il privato».
Da qui la mobilitazione dei pensionati, che dopo lo sciopero di ieri nei settori pubblici torneranno in piazza venerdì prossimo, 24 novembre, a sostegno della nuova giornata di astensione dal lavoro che coinvolgerà tutti i settori privati, in Friuli Venezia Giulia come nelle altre regioni del nord. «Parteciperemo con convinzione ai presidi e alle manifestazioni – concludono Treu e Gruarin – per far sentire la voce dei pensionati e per chiedere un deciso cambio di rotta nelle politiche del Governo e della Giunta regionale, per rimettere il lavoro e il rafforzamento del welfare in testa alle priorità e agli obiettivi strategici di rilancio del Paese e del Friuli Venezia Giulia».